La rosa sembra più forte. Dal post sosta serve la riprova il campo

Alzi la mano chi pensava che l’Italia avrebbe vinto con la Francia, prima del fischio d’inizio e/o 20 secondi dopo il calcio d’avvio. D’altronde, il bello del calcio è anche questo. La carta e l’esito del campo non sempre vanno di pari passo. Un po’ come voi fantacalcisti, più o meno accaniti che siate, che quando finisce l’asta pregustate già la vittoria esclamando “senti qua che squadrone!”, ma poi... Ecco, sì, sulla carta tutti fortissimi, tutti in testa, poi però c’è sempre il Borghese di turno che può confermare o ribaltare il risultato. Nel calcio quel fattore che può ribaltare il risultato/pronostico si chiama rettangolo verde.
 
Basti pensare all’Inter di Moratti che, negli anni ’90, ogni estate pareva destinata a vincere tutto ma che poi, però, arrivava dopo i fuochi, o alla stessa Fiorentina di dodici mesi fa, quando la coppia Cabral/Jovic veniva sostituita con quella Nzola/Beltran e tutti pensavano/pensavamo che ci potesse essere di che ‘godere’. E invece sappiamo tutti com’è andata. Venendo all’oggi, come se il passato non ci avesse insegnato niente, anche a questo giro facciamo gli stessi pensieri: sulla carta questa Fiorentina...
 
E quindi lo diciamo, sì, la rosa sulla carta sembra più forte. De Gea è cento volte meglio di Christensen, con Terracciano che è rimasto. Gudmundsson più Colpani con Kean sono un tridente migliore di Nico e gli altri che c’erano prima e che ci sono ancora adesso come Sottil, Ikoné, Kouame, Beltran etc. In mezzo al campo Bove, Adli, Cataldi e Richardson non sembrano essere troppo peggiori dell’Arthur a metà servizio avuto l’anno scorso assieme ai vari Duncan, Maxime Lopez, Bonaventura, con quest’ultimo scomparso per metà stagione. A sinistra c’è Gosens che è molto meglio di Parisi/Biraghi, e lo si è visto subito, dietro è cambiato solamente Milenkovic con Pongracic ed è arrivato Moreno. Dodo, inoltre, è al meglio da subito, mentre l’anno scorso saltò metà stagione.
 
Poi però…a vedere le prime cinque gare stagionali, al netto dei mille alibi del caso, il campo ha detto che Pongracic è in grande difficoltà, che la difesa a tre non sta funzionando affatto, che Colpani non è ancora in grado di fare la differenza, che Gudmundsson non si è ancora visto e che la Fiorentina gioca malissimo.
 
Vabé, ci vuole tempo. Ok, giusto, anzi sacrosanto. Ma dopo questa sosta, di cui metà è già filata via, la Fiorentina dovrà dare risposte decisamente differenti rispetto a quanto si è visto sin qui. Molti degli alibi svaniranno, per Palladino e per i calciatori stessi. Ora è il momento di cambiare passo, di mostrare qualcosa. Ok che di fronte ci sarà subito l’Atalanta, poi la Lazio, quindi l’Empoli e il Milan, ma in questo poker di gare la Fiorentina deve riprendersi ciò che ha lasciato con le tre avversarie affrontate in campionato sin qui. E questo deve essere solo l’inizio. Nessuno si aspetta 4 vittorie, ma tutti si attendono progressi e miglioramenti. Perché sulla carta questa Fiorentina sembra davvero migliore di quella dell’anno scorso e sicuramente in grado di fare cose decisamente migliori rispetto a quello che si è visto in queste prime 5 partite dell’anno.
 
E stavolta, tornando al discorso di partenza, l’auspicio è che il Borghese di turno confermi il risultato, cioè che il campo confermi il sulla carta.
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