L'intervento del presidente Cosimo Guccione in Consiglio comunale

17:05 - In Consiglio comunale è stato il presidente Cosimo Guccione a prendere la parola: "Ricorrono oggi i 58 anni dall'alluvione di Firenze - ha detto -. In ogni famiglia fiorentina, o che comunque vivesse a Firenze nei giorni dell'alluvione, risiede una memoria fortissima di quei terribili momenti. Io sono cresciuto con quanto mi hanno raccontato mia madre e mio nonno, per esempio".
    
"Il racconto di mio nonno - ha aggiunto - che per mettere in salvo la macchina appena comprata partì da un garage sotterraneo di via Scipione Ammirato alla volta di Fiesole, da dove poi ebbe difficoltà a comunicare con la famiglia, che rimase in ansia fino al giorno successivo quando riuscì a tornare portando viveri pagati a caro prezzo. Molti, se non ognuno di noi potrebbe oggi raccontare storie personali o familiari simili a questa; tutte insieme potrebbero comporre un diario di memorie collettivo, come si fosse un'unica grande famiglia. Ecco che torna quindi un tema di cui ho già parlato, meno di un mese fa in un mio intervento qui in consiglio, quello della famiglia umana di cui tutti siamo parte".

    
Guccione ha sottolineato il valore "di una famiglia umana che riconosce nella solidarietà un valore fondamentale, non può smettere di interrogarsi su quanto accade accanto a noi e su come prevenirlo. Questa assemblea è chiamata a dare un indirizzo politico nelle scelte amministrative e non solo della nostra città. Tutti noi, consiglieri e consigliere, siamo chiamati a un compito difficilissimo in questi tempi difficili. Dare risposte articolate, complesse a temi estremamente complessi. La furia dei fiumi scatenati da piogge e tempeste impressionanti, ci chiama a una grande responsabilità. Agire, subito, per arginare quanto accade".

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Firenze
ha ricordato oggi il 4 novembre 1966, giorno in cui le acque dell'Arno invasero la città. Il 58/o anniversario dell'alluvione si è aperto, come di consueto, al cimitero di San Felice a Ema con la deposizione di una corona di alloro alla tomba di Carlo Maggiorelli, l'operaio dell'acquedotto dell'Anconella morto sul lavoro per non avere abbandonato la sorveglianza degli impianti. A Settignano sono state ricordate le vittime Marina Ripari e Leonardo Sottile.
    
Nel cortile della Dogana di Palazzo Vecchio è stata deposta una corona di allora in ricordo delle vittime dell'alluvione. Alla basilica di Santa Croce c'è stata poi celebrata una messa in ricordo delle vittime, alla presenza del gonfalone di
Firenze e della sindaca Sara Funaro, che ha anche lanciato, al ponte alle Grazie, una corona di alloro in Arno.

Funaro ha dichiarato che "è un onore essere essere qua a rappresentare l'amministrazione comunale in un giorno di ricordo importante", il 4 novembre 1966, "ci furono vite e storie spezzate dalla furia dell'acqua che ricoprì la nostra città, una città che si ritrovò col fango alla gola".

Funaro ha ricordato suo nonno e sindaco dell'alluvione Piero Bargellini: "Ha occupato un posto speciale insieme ai tanti cittadini fiorentini, che sono accorsi da tante parti del mondo. Per i fiorentini lui resterà il sindaco dell'alluvione. In una città affamata Bargellini coordinò senza sosta lavori e soccorsi, lavorando 24 ore al giorno, richiamando l'attenzione del mondo su questa tragedia".

Secondo Funaro "dobbiamo prendere coscienza della necessità di modificare alcune soluzioni urbanistiche della nostra città.
Dobbiamo prestare attenzione alla fase costruttiva della nostra città". Nel pomeriggio, in Consiglio comunale, ci sarà una comunicazione dedicata al 4 novembre 1966.
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