Nel 2024 a Firenze sono successi due gravissimi incidenti: a febbraio il crollo di una trave nel cantiere di via Mariti ha ucciso cinque operai, a dicembre l’esplosione nel deposito Eni a Calenzano ha ucciso cinque persone e ne ha ferite altre 28.
Oltre a questi due incidenti, che hanno attirato l’attenzione per l’enormità della tragedia, nel corso del 2024, scrive questa mattina La Nazione, in Toscana sono stati ben 47.246 le denunce per incidenti sul lavoro, delle quali 13.971 solo a Firenze (con un incremento del 3,5%). Anche gli incidenti mortali sono in crescita, quest’anno in tutta la regione sono stati 68, dei quali 28 a Firenze, con un incremento del 27%.
A quasi un anno dalla tragedia di via Mariti e con l’incidente di Calenzano ancora in mente, i sindacati denunciano che nulla è cambiato.
Bernardo Marasco, segretario generale Cgil Firenze, sostiene infatti che a livello nazionale non siano stati fatti significativi passi in avanti per combattere la piaga degli infortuni sul lavoro, mentre a livello locale sono state portate avanti iniziative significative, come il divieto di subappalti a cascata e i protocolli per la sicurezza nei cantieri per la tramvia e dello stadio: tuttavia questo non basta, dice Marasco, perché servono regole più puntali per gli appalti privati e che la prefettura riattivi il tavolo della legalità.
Sia la Cgil che la Uil poi non vedono di buon occhio la patente a crediti nei cantieri, introdotta recentemente per contrastare gli infortuni sul lavoro ma del tutto insufficiente per arginare davvero il fenomeno.
Di diverso avviso la Cisl, che invece, riporta il quotidiano, ritiene che oltre alle leggi la sicurezza sui luoghi di lavoro passa dalla cultura e dalla formazione, oltre che da un più sano equilibrio fra tempi di consegna delle opere e sicurezza sul lavoro.
Infine il tema del numero degli ispettori: troppo pochi per coprire tutto il territorio, dicono i sindacati.
Oltre a questi due incidenti, che hanno attirato l’attenzione per l’enormità della tragedia, nel corso del 2024, scrive questa mattina La Nazione, in Toscana sono stati ben 47.246 le denunce per incidenti sul lavoro, delle quali 13.971 solo a Firenze (con un incremento del 3,5%). Anche gli incidenti mortali sono in crescita, quest’anno in tutta la regione sono stati 68, dei quali 28 a Firenze, con un incremento del 27%.
A quasi un anno dalla tragedia di via Mariti e con l’incidente di Calenzano ancora in mente, i sindacati denunciano che nulla è cambiato.
Bernardo Marasco, segretario generale Cgil Firenze, sostiene infatti che a livello nazionale non siano stati fatti significativi passi in avanti per combattere la piaga degli infortuni sul lavoro, mentre a livello locale sono state portate avanti iniziative significative, come il divieto di subappalti a cascata e i protocolli per la sicurezza nei cantieri per la tramvia e dello stadio: tuttavia questo non basta, dice Marasco, perché servono regole più puntali per gli appalti privati e che la prefettura riattivi il tavolo della legalità.
Sia la Cgil che la Uil poi non vedono di buon occhio la patente a crediti nei cantieri, introdotta recentemente per contrastare gli infortuni sul lavoro ma del tutto insufficiente per arginare davvero il fenomeno.
Di diverso avviso la Cisl, che invece, riporta il quotidiano, ritiene che oltre alle leggi la sicurezza sui luoghi di lavoro passa dalla cultura e dalla formazione, oltre che da un più sano equilibrio fra tempi di consegna delle opere e sicurezza sul lavoro.
Infine il tema del numero degli ispettori: troppo pochi per coprire tutto il territorio, dicono i sindacati.
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