In principio fu Mr. Lee, poi gli Agnelli e quindi Zhang. “Dov’è finito Zhang?”, disse Commisso a settembre, quando mise sotto pubblica accusa la situazione debitoria del club nerazzurro, nel frattempo passato a Oaktree con Marotta nominato presidente. “Non invidio i club che hanno vinto in questi anni: lo hanno fatto grazie a situazioni debitorie assurde che hanno portato i club quasi alla bancarotta e poi nelle mani di Fondi per la mancata restituzione da parte delle proprietà dei prestiti ricevuti. E io mi chiedo ancora se chi ha vinto in certi anni poteva essere iscritto al campionato”. Marotta rispose piccato: “L’Inter ha sempre rispettato le regole e continua a farlo”.
Quella dei debiti fu solamente l’ultima delle stoccate del patron della Fiorentina alla società interista. In precedenza, infatti, c’erano state le situazioni poco chiare delle plusvalenze, per cui venne punita solo la Juventus, dell’indice di liquidità e del fair play finanziario. Poi quello che accadde al termine del famoso Fiorentina-Inter 3-4. ‘Finale di partita molto agitato, pare, al Franchi, anche quando l’arbitro Valeri ha mandato definitivamente negli spogliatoi le squadre. Secondo quanto riportato da alcuni dirigenti dell’Inter, il presidente della Fiorentina Rocco Commisso si sarebbe scagliato contro la porta degli spogliatoi, dove ci sarebbe stato anche un alterco tra i presenti. Situazione smentita categoricamente dalla Fiorentina, interpellata sull’accaduto, con la società viola che ha sottolineato che non è assolutamente avvenuto niente di quanto era circolato in precedenza e non c’è stato nessun intervento da parte del presidente Rocco Commisso o altro dirigente’ (ndr ANSA).
Insomma, tutt’altro che rose e fiori. La partita di domenica per il patron viola conterà di più. Non solo perché l’Inter è esattamente ciò di più lontano di quello che per Commisso dovrebbe essere un club di calcio (cioè una società che ha una proprietà nota, chiara, magari facente capo ad una persona che si sa chi è e cosa fa, piuttosto che un fondo d’investimento che rileva un club passato negli anni nelle mani di Suning, con l’intermezzo di Thohir tra prestiti, debiti e quant’altro), che spende in base ai ricavi e ai debiti che ha piuttosto che fare sempre il passo più lungo della gamba (anche quest’anno i nerazzurri hanno il monte ingaggi più alto della Serie A, triplo rispetto a quello dei viola) e che rispetta le regole finanziarie che vincolano altri club (come ormai noto, la Fiorentina ha la proprietà ricca sfondata ma per le regole del fair play finanziario non può investire più di un tot perché ha ricavi limitati, per cui le regole sono regole), ma anche perché battere l’Inter vorrebbe dire restare lassù e magari iniziare a pensare che questo sia davvero l’anno buono.
Vogliamo scientemente ignorare il fatto che ad arbitrare la sfida ci sia Doveri con Mazzoleni al Var. Meglio non pensarci, almeno prima. Poi si vedrà, in caso, se qualcosa sarà andato storto (non sarebbe la prima volta). Arriva l’Inter, signori. In palio c’è il pass verso il Paradiso. Al Franchi la Fiorentina non riesce a battere l’Inter dal 2017, coi nerazzurri che nelle ultime 9 partite giocate coi viola a Firenze hanno messo a referto 5 vittorie (di cui una ai supplementari in Coppa Italia) e 4 pareggi. Un’astinenza lunghissima, insomma, dovuta anche alle enormi differenze di rose con cui Inter e Fiorentina iniziavano le rispettive stagioni, oltre che ai diversi obiettivi. Ma, guardando la classifica di questa Serie A, la squadra di Palladino può arrivare al match coi nerazzurri sapendo di non avere nulla da perdere, così come di poter far male a chiunque (come testimoniano le 7 vittorie consecutive in Serie A e il fatto che siano già cadute Milan, Roma e Lazio al Franchi).
Se domenica la Fiorentina dovesse battere anche l’Inter…allora sarebbe ulteriormente legittimo pensare di poter ambire a qualcosa di inimmaginabile. In caso di successo, infatti, la formazione viola metterebbe a referto la vittoria consecutiva numero 8 in Serie A, cosa che è accaduta solamente una volta nella propria storia, con a seguire il match interno col Cagliari che potrebbe far aumentare ulteriormente la striscia. Non solo: sarebbe la quarta big sconfitta su cinque affrontate e segnerebbe un punto di svolta. Vorrebbe dire che: ‘la Fiorentina è ufficialmente in lotta per il terzo Scudetto’, cit.
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