“Lo dimostra l'aumento dell'Irpef per far fronte alla difficoltà di bilancio”

"Nel 2015, il Pd e l'allora presidente della Regione Toscana Enrico Rossi approvarono la legge di riforma del sistema sanitario toscano presentandola come una normativa che avrebbe razionalizzato e ottimizzato le risorse economiche regionali per dare più servizi e più risposte agli utenti. Oggi, a distanza di quasi dieci anni, possiamo dire senza timore di smentita che quel progetto sia clamorosamente fallito". E' quanto sostengono, in una nota, i consiglieri regionali della Lega Elena Meini, Giovanni Galli insieme al segretario toscano del partito Luca Baroncini.
    
"Lo dimostra il fatto - aggiungono - che a dicembre scorso vi sia stata la necessità di aumentare l'addizionale Irpef proprio per far fronte alle difficoltà di bilancio del sistema sanitario toscano e che l'istituzione di tre sole grandi Asl per la gestione dell'intero territorio regionale ha allontanato i servizi sanitari dai territori, lasciando sempre più soli i cittadini e mettendo in difficoltà chi opera nel settore a vantaggio della burocrazia 'fiorentinocentrica' tanto cara al Pd regionale che vuole mantenere salde le redini del potere".

     
Per gli esponenti leghisti è quindi necessario "dar luogo ad una grande stagione referendaria che abroghi l'intera impalcatura normativa del sistema sanitario regionale". "La Lega - aggiungono - dopo averne discusso concordemente nel corso dell'ultimo consiglio direttivo della Toscana, intende, dunque, farsi interprete di questo progetto, dando luogo ad una interlocuzione con tutti coloro che condividono questa urgenza, facendo certamente la sua parte, esattamente come la fece allora contribuendo a raccogliere le firme nelle strade e nelle piazze accanto a chi, senza differenza di colore politico, intendeva rappresentare le istanze del popolo toscano".
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