Il terrore di rivivere quel momento tragico, il dolore e la preghiera, infine la considerazione su quel che la scomparsa del figlio ha lasciato al calcio dilettantistico

È il minuto diciassette della sfida tra Fiorentina e Inter, partita importantissima per il campionato, che Sandro Giani ha deciso di seguire alla televisione: all’improvviso il gioco si ferma, i calciatori si lanciano verso un punto e si stringono attorno ad un compagno a terra.

Edoardo Bove viene soccorso e portato via dall’ambulanza, verso Careggi.

In televisione Sandro Giani ha rivissuto i momenti tremendi già vissuti un anno e mezzo fa, quando ad accasciarsi sul terreno di gioco fu suo figlio Mattia, per il quale, purtroppo, non ci fu niente da fare.
Il dolore terribile di quel momento è riaffiorato nel cuore di Sandro, che ha raccontato di essersi messo a pregare per Edoardo Bove e per la sua famiglia.

La morte di Mattia ha lasciato in dote al calcio dilettantistico italiano una regola che può salvare la vita: senza ambulanza a bordo campo o personale medico la partita non si gioca e la squadra che non ha provveduto viene sconfitta a tavolino.

Una regola essenziale per garantire che tragedie come quella di Mattia, e della sua famiglia, non si ripetano mai più.
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