In ballo c’è il destino. Fa specie dirlo, visto che sono passate solamente tre gare ufficiali dall’inizio della stagione, ma tornare oggi dall’Ungheria senza una vittoria e dunque senza la qualificazione alla Conference League sarebbe un disastro clamoroso per la Fiorentina.
A chi pensa che, forse forse, non sarebbe così tragico perché così si potrebbero concentrare tutte le forze sul solo campionato, val bene ricordare che in mezzo ai tanti punti alti vissuti dalla formazione viola nel biennio precedente ci sono stati anche molti momenti difficili, paradossalmente spazzati via proprio da risultati in Europa che hanno contribuito a ridare certezze e consapevolezze ad una truppa che poi è mancata, ahinoi, solamente nei due atti finali con West Ham e Olympiacos.
Poi ci sono una miriade di altri motivi. Basti pensare a quanti calciatori avrebbero difficoltà a trovare minutaggio nel caso in cui la Fiorentina dovesse uscire dalla Conference. Già tra i pali, dove De Gea e Terracciano avrebbero (potenzialmente) un sacco di gare in meno dove potersi alternare, ma anche i vari Parisi e Biraghi, fino alla batteria di difensori centrali che, a quel punto, sarebbero fin troppi (Moreno, Comuzzo, Pongracic, Ranieri, Quarta più Valentini che arriverà a gennaio). Il tutto senza dimenticare quanto le gare europee potrebbero permettere alla Fiorentina di crescere nell’apprendimento dei nuovi meccanismi di gioco, o ancora quanto potrebbero essere utili a chi vive momenti di difficoltà per ritrovare minutaggio e consapevolezze. Poi c’è l’aspetto economico: nel precedente biennio nelle casse viola sono entrati più di 40 milioni dai cammini in Conference League.
Non fare la Conference, inoltre, toglierebbe una via d’accesso alla prossima Europa League. Provocherebbe anche un calo nei punti ranking della Fiorentina che andrebbe ad incidere in sede di sorteggi per le future qualificazioni europee, oltre a causare un crollo di punti ranking per l’Italia (che di per sé potrebbe suscitare in molti tifosi viola anche un sonoro ‘chi se ne frega!’, ma va ricordato che è lo stesso motivo per cui l’anno scorso in Champions sono andate cinque formazioni dalla Serie A, obiettivo per cui la Fiorentina aveva il dovere di lottare, soprattutto per dove si trovava al giro di boa).
Poi c’è l’aspetto ambientale. Ok l’arrivo di Adli, di Moreno, con altre operazioni che potrebbero andare a compiersi da qui a fine mercato, ma quale potrebbe essere la reazione del Franchi domenica col Monza, in caso di passo falso oggi in Ungheria? Il tutto andrebbe unito alla ‘gioventù’ di Palladino, ancora non ‘abituato’ a gestire situazioni complicate. Insomma, meglio non pensarci neppure. La Fiorentina non può sbagliare. In ballo c’è il destino, non tanto per la singola partita in sé, ma quanto per tutta una serie di situazioni che potrebbero andare ad innescarsi in caso di tonfo col Puskas Akademia.
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