Gosens tuttofare. Gol, assist, salvataggi e km

“Ti sei accorta anche tu, che in questo mondo di eroi nessuno vuole essere Robin?” Così cantava Cesare Cremonini.  Da queste parti, invece, in molti vorrebbero esserlo. Riferimento a quel Robin Gosens che macina chilometri su e giù sulla fascia sinistra con la maglia della Fiorentina. Lui, che è arrivato a Firenze a 30 anni dopo una carriera in cui ha vinto 3 coppe con l’Inter, con cui ha pure giocato una finale di Champions League, che è stato il miglior difensore nei top 5 campionati europei per gol (9) ed assist (8) nel 2020, arrivando ad 11 gol l’anno successivo diventando un pilastro di quell’Atalanta che sfiorò l’impresa in Champions arrivando ai quarti, che col sacrificio e col sudore si è conquistato una maglia in Nazionale a 26 anni, che dopo un grave infortunio non si è scoraggiato, ripartendo poi dall’Union Berlino e via discorrendo, proprio lui, Robin, che secondo molti era un giocatore ormai finito e (forse?) già sazio, ogni volta che indossa la maglia della Fiorentina fa luccicare gli occhi.
 
E quando apre bocca, pure. Mai banale nei concetti. D’altronde, nonostante sia un calciatore (preconcetto e stereotipo? Forse), una laurea in psicologia non viene regalata. E a fine carriera, come da lui stesso più volte detto, sarà proprio quello il suo lavoro: la testa, magari dei calciatori o sportivi stessi. Fin qui la biografia. Poi c’è l’oggi.
 
Che poi, sarà un caso, forse no, che sia un leader di questo gruppo lo si vede in campo, quando incita tutti i compagni, sia dopo una giocata positiva che dopo un errore. Sempre facendo su e giù. Finché ne ha. Leader morale, emotivo e tecnico. Un esempio. Bhe, certo, pure Biraghi faceva su e giù sulla stessa corsia, ma qui siamo su un altro livello. Le cartoline del match di giovedi col Panathinaikos se l'è prese tutte Kean. Tra gol, tizio dei greci scaraventato in aria in stile wrestling, flexata ad ostentare che sul duello fisico con lui non si scherza e non si passa, gol, esultanza e ciao ciao ad un altro tizio dei greci. Ma quei due salvataggi di Gosens? Semplicemente determinanti. Il tutto dopo aver fatto due assist all'andata, dopo aver messo dentro il gol dell'unica vittoria dei viola in Serie A nelle ultime 5 giornate, col Lecce, come da trazione, dopo aver fatto su e giù.
 
Dopo aver fatto gol all'esordio con la Fiorentina, appena arrivato, subito titolare e subito decisivo. 4 reti e 7 assist il suo bottino sin qui, mica male. E domani arriva la Juve. Sicuramente Gosens, che adesso va per i 31, non avrà il pieno nel serbatoio. Ma, in questo mondo di eroi, in cui tutto vogliono essere Kean, c'è anche chi vorrebbe essere Robin. Gosens, s'intende.
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