"Ho deciso di fare il concorso in magistratura dopo aver partecipato alla manifestazione del primo anniversario della strage fascista di Bologna". Così il sostituto procuratore Luca Turco nel saluto a magistrati, investigatori e cancellieri in vista del suo pensionamento, che cadrà tra qualche giorno, al compimento del 70mo anno di età.
Abbandona, dopo 31 anni, la procura di Firenze alla vigilia della decisione del giudice per l'udienza preliminare sulle presunte irregolarità alla Fondazione Open, che aveva sostenuto finanziariamente l'ascesa di Matteo Renzi. È l'ultima inchiesta che ha diretto.
Ha deciso di organizzare il saluto insieme a Carlo Doni, l'autista che lo ha accompagnato tante volte in un tribunale o in carcere: "lo chiamavo turismo giudiziario - ha sottolineato -. Voglio esprimere gratitudine a tutti loro dai quali ho ricevuto attenzioni che mi hanno consentito di sentirmi accolto anche nei momenti più difficili".
Turco ricorda il suo approdo alla Procura di Firenze, dopo aver svolto per otto anni il ruolo di giudice, "nel novembre 1993 la procura di Firenze, con Piero Vigna, Gabriele Chelazzi e Piero Viera, era votata alla missione di individuare i responsabili della strage dei Georgofili".
E i tempi delle inchieste più complesse, in materia di criminalità organizzata e reati economici: "ho incontrato appassionati di indagini non di organizzazione, colleghi e investigatori motivati e scrupolosi ma non privi, come tutti, di imperfezioni. Voglio esprimere gratitudine a tutti loro dai quali ho ricevuto attenzioni che mi hanno consentito di sentirmi accolto anche nei momenti più difficili".
"Il lavoro del pubblico ministero è difficile - ha concluso -: prende dentro, rende rigidi e trasforma il carattere in negativo. Per questo è importante lavorare in condivisione e sentirsi accolto. Ma per ottenere ciò bisogna dare e io ho ricevuto più di quanto abbia dato"
Abbandona, dopo 31 anni, la procura di Firenze alla vigilia della decisione del giudice per l'udienza preliminare sulle presunte irregolarità alla Fondazione Open, che aveva sostenuto finanziariamente l'ascesa di Matteo Renzi. È l'ultima inchiesta che ha diretto.
Ha deciso di organizzare il saluto insieme a Carlo Doni, l'autista che lo ha accompagnato tante volte in un tribunale o in carcere: "lo chiamavo turismo giudiziario - ha sottolineato -. Voglio esprimere gratitudine a tutti loro dai quali ho ricevuto attenzioni che mi hanno consentito di sentirmi accolto anche nei momenti più difficili".
Turco ricorda il suo approdo alla Procura di Firenze, dopo aver svolto per otto anni il ruolo di giudice, "nel novembre 1993 la procura di Firenze, con Piero Vigna, Gabriele Chelazzi e Piero Viera, era votata alla missione di individuare i responsabili della strage dei Georgofili".
E i tempi delle inchieste più complesse, in materia di criminalità organizzata e reati economici: "ho incontrato appassionati di indagini non di organizzazione, colleghi e investigatori motivati e scrupolosi ma non privi, come tutti, di imperfezioni. Voglio esprimere gratitudine a tutti loro dai quali ho ricevuto attenzioni che mi hanno consentito di sentirmi accolto anche nei momenti più difficili".
"Il lavoro del pubblico ministero è difficile - ha concluso -: prende dentro, rende rigidi e trasforma il carattere in negativo. Per questo è importante lavorare in condivisione e sentirsi accolto. Ma per ottenere ciò bisogna dare e io ho ricevuto più di quanto abbia dato"
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)
Attiva i cookies
Attiva i cookies