I tre pacchi esplosi nella notte fra sabato e domenica in tre aziende a conduzione cinese fra Prato e Campi Bisenzio sono solo l’ultimo episodio di una scia di violenze che si colloca nel più ampio contesto di una vera e propria guerra fra gruppi rivali per il controllo del distretto tessile pratese, in particolare delle spedizioni.
Come ricostruisce questa mattina il Corriere Fiorentino, gli ordigni artigianali esplosi alla Warehouse & Logistics (Seano), alla XSD (Prato) e alla Diabolica (Campi Bisenzio) sono stati collocati dalla stessa persona, che il quotidiano ipotizza essersi mossa con un mezzo, poiché tutte e tre erano fatte sostanzialmente nello stesso modo: una bottiglia contenente etanolo o benzene, un liquido esplosivo che diventa gelatinoso al contatto con l’aria, un detonatore collegato ad un’antenna per poter essere attivato a distanza.
Come riporta il Corriere Fiorentino, si tratta dell’ultima offensiva, in termini temporali, di una schermaglia che va avanti ormai dagli inizi del Duemila, da quando cioè gruppi rivali hanno cominciato a contendersi il mercato delle spedizioni nel settore tessile pratese, un mercato per il quale il quotidiano, citando stime affidabili, parla di un giro di affari da diverse centinaia di milioni di euro all’anno.
Secondo il Corriere, gli incendi di questo fine settimana potrebbero essere ritorsioni contro chi non ha eseguito quanto gli era stato richiesto.
Gli episodi di violenza sono stati numerosi negli ultimi tempi, e nella relazione inviata al Parlamento qualche mese fa il procuratore di Prato Luca Tescaroli aveva parlato di una vera e propria “contrapposizione” fra “gruppi imprenditoriali cinesi antagonisti” che si stanno affrontando per il controllo del territorio pratese attraverso tentati omicidi, estorsioni, incendi e pestaggi. Metodi che per il quotidiano richiamano quelli mafiosi.
Come ricostruisce questa mattina il Corriere Fiorentino, gli ordigni artigianali esplosi alla Warehouse & Logistics (Seano), alla XSD (Prato) e alla Diabolica (Campi Bisenzio) sono stati collocati dalla stessa persona, che il quotidiano ipotizza essersi mossa con un mezzo, poiché tutte e tre erano fatte sostanzialmente nello stesso modo: una bottiglia contenente etanolo o benzene, un liquido esplosivo che diventa gelatinoso al contatto con l’aria, un detonatore collegato ad un’antenna per poter essere attivato a distanza.
Come riporta il Corriere Fiorentino, si tratta dell’ultima offensiva, in termini temporali, di una schermaglia che va avanti ormai dagli inizi del Duemila, da quando cioè gruppi rivali hanno cominciato a contendersi il mercato delle spedizioni nel settore tessile pratese, un mercato per il quale il quotidiano, citando stime affidabili, parla di un giro di affari da diverse centinaia di milioni di euro all’anno.
Secondo il Corriere, gli incendi di questo fine settimana potrebbero essere ritorsioni contro chi non ha eseguito quanto gli era stato richiesto.
Gli episodi di violenza sono stati numerosi negli ultimi tempi, e nella relazione inviata al Parlamento qualche mese fa il procuratore di Prato Luca Tescaroli aveva parlato di una vera e propria “contrapposizione” fra “gruppi imprenditoriali cinesi antagonisti” che si stanno affrontando per il controllo del territorio pratese attraverso tentati omicidi, estorsioni, incendi e pestaggi. Metodi che per il quotidiano richiamano quelli mafiosi.
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