Una chiusura durata 14 anni

Dopo un'attesa di 14 anni ieri è stato finalmente riaperto il sottopasso ferroviario di via Ciulli a Prato, che collega Galciana e Narnali, tra la gioia dei tanti residenti che hanno preso parte all'evento che aspettavano da tempo.
      
Per l'occasione erano presenti la sindaca Ilaria Bugetti, l'ex sindaco
Matteo Biffoni, che nei suoi due mandati amministrativi ha seguito da vicino l'iter dei lavori e della riapertura dell'arteria, il vicesindaco ed assessore alla Protezione Civile Simone Faggi, gli assessori Marco Sapia ai Lavori pubblici e Cristina Sanzò alla Mobilità e i rappresentanti dell'Asl Toscana Centro.
      
Un risultato che l'Amministrazione comunale è riuscita ad ottenere
dopo un lungo percorso. La riapertura al transito arriva infatti dopo quasi 14 anni dal triste anniversario della morte delle tre donne cinesi annegate nel tunnel allagato per la bomba d'acqua e l'esondazione del Vella la notte tra il 4 e 5 ottobre 2010, che determinò il sequestro probatorio e la chiusura dell'arteria da parte della magistratura che indagava sull'accaduto.

Gli anni e l'incuria
dovuta alla chiusura hanno ridotto in pessimo stato il collegamento viario tra Galciana e Narnali, con piante infestanti, asfalto rovinato e impianti ormai non più funzionanti. Un iter amministrativo lungo e difficile a cui è seguita un'opera di ripristino non certo facile: sono infatti terminati i lavori di riqualificazione del sottopasso eseguiti dal Comune in accordo con l'Asl Toscana Centro, che ha curato il progetto di messa in sicurezza idraulica dell'area e la realizzazione della vasca d'espansione del vicino ospedale Santo Stefano - ora passata alla competenza del Comune - che in caso di necessità convoglierà l'acqua del Vella.

L'opera va infatti
considerata come un tutt'uno con il sottopasso di via Ciulli ed è stata la soluzione tecnica grazie alla quale il Comune è riuscito ad ottenere il dissequestro da parte della Corte d'Appello di Firenze: dopo molte richieste da parte dell'Amministrazione comunale infatti, dopo 12 anni la Corte ha accolto l'istanza di restituzione della struttura e la sua apertura solo dopo la realizzazione della cassa d'espansione da 25mila metri cubi di capacità in funzione della nuova palazzina dell'ospedale Santo Stefano da parte della Asl Toscana Centro, per garantire la sicurezza idraulica dell'area intorno ai torrenti Vella e Iolo.
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