Il difensore Bagattini: 'Normale scelta difensiva, abbiamo già fornito le nostre argomentazioni per contestare le accuse'

Matteo Renzi non si è presentato in aula per l'udienza preliminare sulle presunte irregolarità alla Fondazione Open, in cui è imputato insieme ad altre dieci persone, tra cui Maria Elena Boschi e Luca Lotti e l'imprenditore Marco Carrai. Ha deciso di non sottoporsi all'esame contrariamente a quanto annunciato in passato. "E' una normale scelta difensiva, riteniamo di aver già dato ampie argomentazioni per contestare le accuse", ha spiegato l'avvocato Federico Bagattini, difensore di Renzi, al termine dell'udienza che si è svolta a porte chiuse.
    
Nessuno ha fatto dichiarazioni spontanee ad eccezione dell'avvocato Alberto Bianchi, presidente della Fondazione nata per finanziare la 'Leopolda', la kermesse politica nell'ex stazione di Firenze, e altre iniziative politiche dell'allora segretario del Pd.

     
"Nel corso delle dichiarazioni rese per oltre due ore davanti al giudice dell'udienza preliminare, l'avvocato Bianchi ha illustrato nel dettaglio i fatti posti a base dell'imputazione nei suoi confronti, ricostruendoli minuziosamente con le sue dichiarazioni spontanee, e documentandone passo passo lo svolgimento - commentano i difensori, avvocati Nino D'Avirro e Alberto Berardi - In particolare ha dimostrato l'effettività delle prestazioni professionali svolte a favore di Toto, Bat e Utopia, provando la correttezza del proprio operato professionale e l'impossibilità di ricondurlo a ipotesi corruttive. Ha ribadito inoltre che né lui né nessun altro soggetto coinvolto ha mai configurato Open come un partito politico o una corrente di partito, ricordando quanto le manifestazioni alla Leopolda fossero distanti da qualunque logica di partito".

      
L'udienza preliminare proseguirà il 2 dicembre quando ci sarà la requisitoria dei pm Luca Turco e Antonio Nastasi. 
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