In una lunga intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica Firenze un giovane senza fissa dimora, rifugiato in Italia, ha raccontato l’esperienza tremenda della vita di strada e della dipendenza da psicofarmaci.
Un vortice nel quale molti giovani o giovanissimi, senza una casa, un lavoro né una famiglia che possa assisterli, rischiano di scivolare, inghiottiti in un baratro, quello della dipendenza, che sembra l’unica soluzione alle terribili condizioni di vita a cui queste persone sono condannate.
Come racconta il quotidiano, sul mercato nero dopo la cocaina il farmaco Lyrica, utilizzato contro i dolori neuropatici, per curare l’ansia o l’epilessia, è diventato il secondo “prodotto” più consumato.
Un farmaco potente che costa pochi euro a pasticca ma che ha un devastante effetto sulla persona, che finisce col diventarne completamente dipendente: come ha raccontato al quotidiano il giovanissimo ragazzo che, fuggito dal centro d’accoglienza, ha iniziato a farne uso, arrivando a consumare decine di pillole tutti i giorni per combattere l’ansia e ormai del tutto dipendente.
Un farmaco che al mercato nero costa poco a pasticca, ma che se preso in grandi quantità richiede decine se non centinaia di euro: ed ecco allora che per sfogare il bisogno, le vittime iniziano a spacciare per procurarsi i soldi per alimentare il vortice, spostandosi nelle piazze di spaccio della città come le Cascine o la zona attorno alla Leopolda.
L’attivazione del nuovo servizio di vigilanza sul territorio della Pol-Cascina ha certamente avuto un effetto deterrente per la criminalità e lo spaccio, ma molte persone si sono semplicemente spostate da altre parti continuando nei propri “affari” e alimentando la spirale della dipendenza.
Proprio nei confronti delle forze dell’ordine queste persone non nutrono grandissima fiducia, perché prive di documenti o irregolari sul territorio: soggetti vulnerabili che, in cerca di una vita tranquilla, sono sprofondati in un abisso da cui, senza l’aiuto esterno, è pressoché impossibile uscire.
Un vortice nel quale molti giovani o giovanissimi, senza una casa, un lavoro né una famiglia che possa assisterli, rischiano di scivolare, inghiottiti in un baratro, quello della dipendenza, che sembra l’unica soluzione alle terribili condizioni di vita a cui queste persone sono condannate.
Come racconta il quotidiano, sul mercato nero dopo la cocaina il farmaco Lyrica, utilizzato contro i dolori neuropatici, per curare l’ansia o l’epilessia, è diventato il secondo “prodotto” più consumato.
Un farmaco potente che costa pochi euro a pasticca ma che ha un devastante effetto sulla persona, che finisce col diventarne completamente dipendente: come ha raccontato al quotidiano il giovanissimo ragazzo che, fuggito dal centro d’accoglienza, ha iniziato a farne uso, arrivando a consumare decine di pillole tutti i giorni per combattere l’ansia e ormai del tutto dipendente.
Un farmaco che al mercato nero costa poco a pasticca, ma che se preso in grandi quantità richiede decine se non centinaia di euro: ed ecco allora che per sfogare il bisogno, le vittime iniziano a spacciare per procurarsi i soldi per alimentare il vortice, spostandosi nelle piazze di spaccio della città come le Cascine o la zona attorno alla Leopolda.
L’attivazione del nuovo servizio di vigilanza sul territorio della Pol-Cascina ha certamente avuto un effetto deterrente per la criminalità e lo spaccio, ma molte persone si sono semplicemente spostate da altre parti continuando nei propri “affari” e alimentando la spirale della dipendenza.
Proprio nei confronti delle forze dell’ordine queste persone non nutrono grandissima fiducia, perché prive di documenti o irregolari sul territorio: soggetti vulnerabili che, in cerca di una vita tranquilla, sono sprofondati in un abisso da cui, senza l’aiuto esterno, è pressoché impossibile uscire.
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)
Attiva i cookies
Attiva i cookies