La risoluzione approvata oggi a Palazzo Vecchio in Commissione pace, dove si chiede appunto l'istituzione di un tavolo per la pace, verte sul "riconoscimento dello Stato di Palestina" e ha portato a diverse reazioni.
"La risoluzione - spiegano il capogruppo Pd Luca Milani e la presidente della commissione Stefania Collesei (Pd) - chiede al governo di procedere al riconoscimento dello Stato di Palestina entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa".
Nell'atto si dice che "per eliminare le cause che provocano la violenza e l'ingiustizia in Israele e in Palestina occorra partire dal rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale in tutto il territorio palestinese e israeliano. Solo in questo modo potremmo giungere a una pace tra due Stati e due popoli, che hanno entrambi il diritto di esistere".
Secondo Dmitrij Palagi di Spc "riconoscere lo stato di Palestina è un prerequisito per ogni soluzione di pace, perché non si può prescindere dal diritto e dal rispetto delle risoluzioni internazionali".
Il consigliere di Fdi Alessandro Draghi ha spiegato il motivo del suo voto contrario: "Il Pd getta la maschera e da ex partito moderato diventa paladino di Hamas, Hezbollah ed Iran. Un atto che va nella direzione esattamente contraria alla pace. Ho votato contro perché non si può perseguire la pace sposando la causa di una delle due parti, ignorando le rivendicazioni dell'altra. Una brutta pagina, quella di oggi, per tutti coloro che desiderano una vera pace, duratura e giusta, in quelle terre martoriate".
"Trovo abbastanza surreale che una risoluzione come quella approvata in Commissione Consiliare a Firenze sia fatta passare come una mozione per attuare le politiche di pace, come affermano i promotori in un comunicato" il commento del console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia Marco Carrai secondo cui "chi sostiene la risoluzione ignora volutamente o non volutamente, che chi governa Gaza (e quindi il futuro stato Palestinese) oggi è Hamas, una organizzazione terroristica riconosciuta tale dall'Unione Europea e dall'Italia".
"La risoluzione - spiegano il capogruppo Pd Luca Milani e la presidente della commissione Stefania Collesei (Pd) - chiede al governo di procedere al riconoscimento dello Stato di Palestina entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa".
Nell'atto si dice che "per eliminare le cause che provocano la violenza e l'ingiustizia in Israele e in Palestina occorra partire dal rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale in tutto il territorio palestinese e israeliano. Solo in questo modo potremmo giungere a una pace tra due Stati e due popoli, che hanno entrambi il diritto di esistere".
Secondo Dmitrij Palagi di Spc "riconoscere lo stato di Palestina è un prerequisito per ogni soluzione di pace, perché non si può prescindere dal diritto e dal rispetto delle risoluzioni internazionali".
Il consigliere di Fdi Alessandro Draghi ha spiegato il motivo del suo voto contrario: "Il Pd getta la maschera e da ex partito moderato diventa paladino di Hamas, Hezbollah ed Iran. Un atto che va nella direzione esattamente contraria alla pace. Ho votato contro perché non si può perseguire la pace sposando la causa di una delle due parti, ignorando le rivendicazioni dell'altra. Una brutta pagina, quella di oggi, per tutti coloro che desiderano una vera pace, duratura e giusta, in quelle terre martoriate".
"Trovo abbastanza surreale che una risoluzione come quella approvata in Commissione Consiliare a Firenze sia fatta passare come una mozione per attuare le politiche di pace, come affermano i promotori in un comunicato" il commento del console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia Marco Carrai secondo cui "chi sostiene la risoluzione ignora volutamente o non volutamente, che chi governa Gaza (e quindi il futuro stato Palestinese) oggi è Hamas, una organizzazione terroristica riconosciuta tale dall'Unione Europea e dall'Italia".
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