La Fiorentina sfida il suo passato

Una nuova strana malattia si sta diffondendo per le strade di Firenze. Colpisce per lo più chi ha il sangue viola, senza distinzione di sesso, età e/o patologie pregresse. La chiamano sindrome del che ha fatto Italiano?. Il picco è previsto per domani, 15 dicembre 2024, quando sul calendario è segnato con un circoletto rosso l’appuntamento del derby dell’Appennino, Bologna-Fiorentina. O meglio, la sfida contro Italiano.
 
Che la Fiorentina vinca, di goleada o di corto muso, in Serie A o in Europa, non importa. Conta soprattutto cosa abbia fatto l’ex allenatore viola, che qualcuno si è affrettato a definire ‘Perdenzio’. Sì perché, d’altronde, le tre finali che ha disputato con la Fiorentina le ha perse tutte e tre. E le finali non si giocano, si vincono. Certo, però, arrivarci, intanto, non capita tutti i giorni se sei la Fiorentina. Ma questo è un dettaglio. Ed ecco che la ‘Biraghite’, altra sindrome che imperversava nelle vie di Campo di Marte nei giorni scorsi, è stata soppiantata rapidamente dall’esigenza, domani, di andare al Dall’Ara e godere, non tanto nel vincere ancora, nel celebrare Palladino, nell’ammirare la classifica etc etc, quanto nel poter ridere in faccia a Vincenzo Italiano.
 
Si perché, poi, un settimo e due ottavi posti, che volevi festeggiare? Siamo la Fiorentina! E poi quella difesa alta…gol tutti identici, presi in contropiede. Tutto lecito, per carità. Altri potrebbero obiettare che a disposizione Italiano avesse avuto Cabral, Jovic, Nzola, Duncan (alternativa al Venezia), Barak e Brekalo (questi ultimi due hanno segnato nel weekend al Kasimpasa, addirittura, in Turchia, contro il glorioso Eyupspor che è quarto in classifica), Bonaventura (adesso finito in Arabia), Arthur (mai sceso in campo in questa stagione), Maxime Lopez (finito in Serie B francese), Belotti (panchinato da Cutrone al Como), Kouame, Ikoné, Terracciano, Biraghi, Parisi, Quarta (tutte riserve nella Fiorentina attuale) etc etc, ma non riuscirete a fargli cambiare idea.
 
Anche quando la Fiorentina ha piegato il Cagliari, entrando nella storia coi suoi 8 successi di fila in Serie A, teneva banco il come avesse fatto Italiano a prendere quel gol con la Juventus al 92’ in contropiede. Qualcuno, sotto sotto, ha pure esultato al gol dei bianconeri, così, per poter dire: ‘ahahha, anche oggi, Perdenzio…’.
 
Non riuscirete a fargli cambiare idea. Per chi la pensa così è sempre stato solo e soltanto colpa di Italiano, che è stato un limite piuttosto che una risorsa. Ok, pensiero lecito, vabbè. Ma pensare alla Fiorentina? A Palladino? A come stia volando la squadra viola? Niente. La speranza è che domani vada tutto come deve andare e che nel frattempo si trovi un vaccino per debellare questa strana malattia. Altrimenti, il rischio che la sindrome dilaghi c’è. Soprattutto dopo che Biraghi sarà andato altrove, cose non collegate, ovvio, ma tant’è.
 
Se questa Fiorentina, con Palladino, dovesse continuare come sta facendo ormai da 8 gare di fila in Serie A, dovesse trovarsi a fine maggio ancora dov’è adesso, magari riuscendo a fare come nel 1956 o nel 1969, o almeno ad entrare in Champions League tornando a sentire una musichetta che a Firenze non si sente dal 9 marzo 2009, magari arrivando anche in Polonia, in finale di Conference…anche in quei giorni sentir dire ‘si, ma che ha fatto Italiano?’, anche no.


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