In una nota inviata all'evento 'Carcere in città' la direttrice del carcere fiorentino ha esortato a non perdere di vista i tanti problemi che affliggono le carceri italiane

Mantenere vivo "il focus su Sollicciano poiché dove sono muri, cancelli e porte chiuse a chiave si annidano i pericoli più insidiosi per la tenuta della civiltà di un popolo, civiltà che, non a caso, un filosofo illuminato riteneva si debba misurare utilizzando come parametro di riferimento proprio le carceri. E, considerato il degrado in cui versa non solo Sollicciano, ma la maggior parte delle carceri italiane ed i contenuti del cosiddetto pacchetto sicurezza non c'è da dormire sonni tranquilli". Lo ha scritto la direttrice del carcere di Sollicciano Antonella Tuoni in un messaggio inviato ai partecipanti all'evento 'Carcere in città' organizzato dall'Ordine degli architetti a Firenze dove non è potuta essere presente di persona, dopo la mancata autorizzazione del Dap.
    
"Un focus sul carcere di Sollicciano e, più genericamente, sulle carceri, impone, prioritariamente, di interrogarsi rispetto a chi finisce in carcere e rispetto al contenuto della pena", l'invito di Tuoni che cita gli articoli 27 e 13 della Costituzione sul divieto di trattamenti inumani, finalità orientata alla rieducazione e divieto di ogni violenza fisica e morale. I padri costituenti, aggiunge, "non ci dicono che le carceri devono essere periferiche, non ci dicono che devono essere brutte, non ci dicono che le persone detenute devono essere private di contatti quotidiani con i propri cari, non ci dicono che devono vivere in un regime di chiusura verso il mondo esterno, non ci dicono che non possano avere incontri intimi. Ci dicono che per un tempo più o meno lungo devono vivere in un istituto penitenziario".

Perciò, sottolinea la direttrice di Sollicciano, "tutto ciò che aggiungiamo o meglio sottraiamo ai tre parametri indicati dalla Costituzione e quindi alla qualità della vita delle persone recluse lo facciamo per ignoranza, assuefazione alla simmetria degli stereotipi bello/buono brutto/cattivo e per una malcelata quanto ancestrale volontà di vendetta contro chi viola il patto sociale 'l'occhio per occhio e dente per dente' della legge del taglione".
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