Un’altra tragedia colpisce il carcere di Sollicciano, da mesi al centro di aspre polemiche per le condizioni pessime in cui i detenuti sono costretti a vivere e gli operatori a lavorare.
Un detenuto sessantatreenne, nativo di Firenze, si è lasciato morire di stenti, più precisamente di cachessia, secondo il referto medico prodotto dall’ospedale Torregalli di Firenze che ha ricevuto il paziente quando ormai la situazione era compromessa, ovvero uno stato di gravissima debilitazione che si manifesta con perdita di peso e indebolimento sia fisico che psichico.
L’uomo, costretto sulla sedia a rotelle dopo un’operazione all’anca e non più autosufficiente, presentava una grave condizione psichica ed era tossicodipendente.
Dopo che negli ultimi anni era stato più volte fermato dalle forze dell’ordine per reati connessi alle sostanze stupefacenti (uso e spaccio), nel 2023 era stato rinchiuso a Sollicciano da cui sarebbe dovuto uscire nel 2025.
La procura di Firenze ha disposto l’autopsia sul cadavere per accertare le cause della morte e avere un quadro più chiaro sulle condizioni dell’uomo al momento del decesso.
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