Un’Europa più snella, con regole nitide e rapide da declinare nei contesti locali senza lungaggini di sorta. Un’Europa meno pachidermica e più reattiva nel sostegno alle imprese con uno sguardo attento all’Italia centrale che "ancora soffre per la carenza di infrastrutture chiave, i collegamenti tra Tirreno e Adriatico in primis " per la difficoltà a "creare sviluppo" nelle aree più interne, con le spade di Damocle sulla testa dei rischi sismici da un lato e di quelli idrogeologici dall’altro e una connessione alla rete ancora in ritardo.
Questa l’idea che ha in testa il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ieri all’Hotel Villa Medici a Firenze, ha incontrato i vertici delle associazioni di categoria della Toscana accogliendo le loro istanze e promettendo di farsene portavoce a Bruxelles. Quasi due ore di dibattito moderato dal vicedirettore de La Nazione Luigi Caroppo che, facendo una premessa sul ruolo chiave di Tajani nell’aver portato ai tavoli del governo la voce delle imprese nell’ambito del superbonus, ha introdotto così il confronto: "Stiamo affrontando un mese intenso che ci condurrà al voto di giugno, – le sue parole – la Toscana, con Lazio, Umbria e Marche rappresenta una vasta area stritolata dal nord produttivo che dà punti al Pil e il sud che chiede assistenza".
Un territorio che, come ha sottolineato Caroppo, vede una serie di progetti "iniziati ma in ritardo" come "la messa in sicurezza della Fi-Pi-Li, il progetto della Due Mari sul fronte delle strade" e "i problemi dei collegamenti ferroviari da rafforzare tra Firenze e Pisa". E ancora "i potenziamenti degli aeroporti di Firenze e Pisa, la costa senza Tav, la Darsena di Livorno ancora ferma e il ritardi sull’atteso piano dei rifiuti e del completamente dell’economia circolare". Tutti nodi da sciogliere che tengono da anni in sospeso le imprese del territorio.
Quindi le istanze delle associazioni. Francesca Marcucci, vicepresidente di Confcommercio Toscana, proprio sul tema Darsena ha spiegato come "un cliente del settore logistica da dieci anni è appeso allo spostamento di una banchina". Rivolgendosi a Tajani ha chiesto "interventi sul cuneo fiscale e certezze su regole e tempi per le imprese". Nico Gronchi, numero uno di Confesercenti, ha parlato delle "difficoltà delle imprese" con una "burocrazia italiana che per rendere effettiva una disposizione di Bruxelles moltiplica per sette i passaggi". Sull’emergenza sicurezza ha battuto forte Luca Tonini, presidente di Cna, per il quale poi "urge chiarezza sui destini del bonus edilizia".
Maurizio Bigazzi (Confindustria) denuncia che "l’industria è stata dimenticata" nonostante "la Toscana vanti il 10% delle esportazioni del Paese". Quindi l’affondo: "Per effettuare la transizione green e digitale nei tempi che ci vengono richiesti non abbiamo i mezzi". Per Ferrer Vannetti di Confartigianato va restituita "alle piccole imprese" la "centralità" che realtà "in grado di essere attori sociali che creano integrazione" meritano.
Tajani ha garantito che è "al lavoro per far crescere la presenza imprenditoriale oltre i confini nazionali" e ha messo un paletto: "Su come muoversi nella gestione dei cambiamenti climatici chi vota noi deve sapere che sceglie il pragmatismo, gli altri l’ideologia". A margine il significativo intervento di Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio, il quale, premettendo che "l’Europa è un sogno" ha ammesso tutte le difficoltà di oggi nel fare impresa e la sua nel convincere gli imprenditori che in un contesto simile "possono farcela ancora".
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