Un emendamento al Piano operativo stoppa la variante decretandola «non in vigore». Nardella: "La norma rimarrà operativa"

Troppi ricorsi: la giunta comunale di Firenze decide di sospendere la norma contro il dilagare degli Airbnb nel centro storico della città. La mossa di Palazzo Vecchio arriva tramite un inatteso emendamento al Piano operativo comunale, a poche ore dalla discussione in Consiglio comunale, prevista per lunedì. È dunque la stessa amministrazione a proporre di congelare la variante al regolamento urbanistico che impediva l’iscrizione di nuovi alloggi all’interno dell’area Unesco nel registro degli immobili in cui sono consentiti gli affitti turistici brevi.

Nella formulazione dell’emendamento, la giunta motiva questa scelta con la grande quantità di cause pendenti presso il Tribunale regionale (Tar) della Toscana. «La deliberazione di adozione della citata variante al regolamento urbanistico — si legge nel testo inviato ai consiglieri comunali — è stata oggetto di una pluralità di ricorsi giurisdizionali al momento pendenti. Rilevata l’opportunità di attendere le decisioni giurisdizionali sui rilievi mossi dai ricorrenti prima di assumere le determinazioni a ciò conseguenti, l’iter di approvazione della predetta variante al RU non è concluso e la variante non è in vigore».

Tecnicamente si tratta di un congelamento della norma-bandiera degli ultimi mesi di mandato del sindaco Dario Nardella. Ma resta in piedi, per le norme di salvaguardia, il divieto di nuove registrazioni all’interno dell’area Unesco contenuto nella delibera votata a ottobre, valida tre anni. L’intenzione dell’amministrazione comunale, si spiega sempre nell’emendamento, è quella di introdurre la norma stoppa Airbnb «nel Piano operativo approvato in funzione di riallineamento, una volta completato l’iter di approvazione della variante al Regolamento urbanistico». A maggio il Tar dovrà pronunciarsi sui ricorsi contro la norma, un mese prima delle elezioni comunali.

L’iniziativa di Nardella sul tema degli affitti brevi era nata sull’onda di un lungo dibattito riguardo la loro proliferazione nelle città d’arte, con le devastanti conseguenze sociali ed economiche che tutto questo comporta. La risposta del sindaco fiorentino, che si era confrontato a lungo con colleghi di città italiane ed europee, era stata la legge deliberata lo scorso autunno. Tra le polemiche delle opposizioni — Forza Italia si era fatta portatrice di proteste che hanno anche guidato molti dei ricorsi al Tar — e applausi della maggioranza cittadina. L’iniziativa, tra l’altro, aveva ispirato anche il gruppo Pd in Parlamento, che proprio in relazione all’iniziativa di Palazzo Vecchio ha depositato una proposta di legge sul tema.

La norma a Firenze, oltre al problema della mole dei ricorsi depositati, ha creato certamente qualche grattacapo rispetto alle finalità per cui era stata scritta. Prima la corsa a iscrivere gli alloggi del centro dopo l’annuncio della norma, poi la moltiplicazione degli Airbnb nella prima periferia dopo l’approvazione dello stop, con conseguente aumento dei prezzi degli affitti.

Firenze è secondo molti studi la città con le case più care del Paese e con gli affitti tra i più alti. Un «mercato drogato» che forse era stato concepito come effetto collaterale dei primi mesi di introduzione della norma. E che però, ora, rimane tale con la legge sospesa. 

Da Palazzo Vecchio specificano che la delibera dell’autunno scorso «resterà pienamente operativa. È falso che lo stop agli affitti brevi sia congelato». È infatti «frutto di una delibera di variante al Regolamento Urbanistico vigente che resterà in vigore per i prossimi mesi. L’emendamento a cui si fa riferimento è un atto dovuto ed ha proprio l’obiettivo di assicurare la corretta conclusione della variante al RU nel rispetto di leggi e regolamenti e proteggerne il percorso amministrativo».
L’amministrazione auspica anche che grazie ad alcune modifiche alla normativa regionale sull’urbanistica e al turismo si possa arrivare a una regolazione più coerente anche nelle altre zone della città che vivono situazioni di pressioni turistiche e abitative.

«Sulla battaglia contro la deregulation degli affitti turistici brevi non arretriamo di un millimetro, ma anzi rilanciamo e siamo pronti a valutare possibilità di estensione del potere di regolamentazione anche tenendo conto dell’evoluzione della nuova legge regionale - dice il sindaco Dario Nardella - Ci aspettiamo sempre dal Governo il varo di una disciplina nazionale che supporti regioni e comuni in questa attività. L’Italia è l’unico paese d’Europa a non avere una disciplina organica sugli affitti turistici brevi. Siamo praticamente fermi all’anno zero mentre nelle nostre città esplodono gli affitti e i così delle case, mancano alloggi universitari e fondi per il patrimonio abitativo pubblico. A Firenze abbiamo deciso di non stare a guardare e aspettare una legge che finché ci sarà questo governo non arriverà mai, per questo andiamo avanti con la delibera urbanistica e ci prepariamo a far valere le nostre ragioni nell’udienza al Tar».
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