I forestali sono alla ricerca di eventuali altri siti mentre per la messa in sicurezza dell’area serviranno un paio di mesi

La discarica venuta alla luce nei pressi del Rio Rovigo, vicino a Palazzuolo sul Senio, finisce sotto la lente d’ingrandimento della Commissione parlamentare ecomafie.

Come racconta questa mattina La Nazione, nella giornata di ieri il presidente della commissione Jacopo Morrone si è recato nei pressi del torrente per vedere di persona la situazione: “Vogliamo reperire tutta la documentazione necessaria a far luce sulla vicenda e capire se ci sono delle responsabilità, chiaramente il tutto in collaborazione con le Procure che stanno già svolgendo il proprio lavoro. Essendo un’eredità che arriva dal passato, ed essendo questo un terreno privato, sarà difficile trovare le responsabilità ma vogliamo far luce sulla vicenda. Si tratta di un disastro ambientale, lo vediamo tutti” ha detto Morrone.

La delegazione della commissione ha acquisito alcuni documenti dal Comune di Palazzuolo sul Senio, la relazione redatta dai carabinieri forestali di Firenze e i risultati del primo rilevamento effettuato da Arpae Emilia-Romagna (Arpat sta ancora elaborando i dati raccolti): per il momento, spiega il quotidiano, le attività della commissione rimarranno interne.

Intanto proseguono anche le indagini delle procure. I forestali di Palazzuolo sul Senio hanno ricostruito che negli anni Settanta demanio e Asnu (all’epoca la municipalizzata che si occupava della raccolta dei rifiuti) erano in contatto per preparare l’area all’immagazzinamento di ingenti quantità di rifiuti, dato che nel periodo Firenze era in grossa difficoltà con la gestione della spazzatura.

Tuttavia le opere di contenimento non furono mai realizzate, e la spazzatura fu qui sepolta in base ad un accordo fra il Comune di Palazzuolo sul Senio e quello di Firenze, anche se il quotidiano, riportando le parole del sindaco di Palazzuolo Marco Bottino, riferisce che le operazioni di scarico furono fermate dopo le proteste dei residenti. Il sito, inoltre, fu acquistato da due persone nel 1970 e poi rivenduto ad acquirente privato nel 1992.

Intanto i forestali si sono attivati per cercare di capire se nell’area circostante possano trovarsi altre discariche abbandonate, mentre per la pulizia e la bonifica del sito serviranno almeno un paio di mesi, come ha riferito lo stesso Bottino.

Per quanto riguarda il capitolo relativo alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, il deputato Morrone ha riferito di non avere novità, ma che si attiverà presso il Governo per evidenziare lo stato di criticità in cui l’area colpita dal maltempo di marzo si trova.


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