Dopo il crollo del 16 febbraio 2024 che costò la vita a cinque operai, Esselunga e La Villata impugnano la revoca del permesso a costruire

Il cantiere di via Mariti, teatro della strage del 16 febbraio 2024 in cui morirono cinque operai a causa del cedimento di una trave, è al centro di un contenzioso tra Esselunga, La Villata e il Comune di Firenze. Lo scorso 19 settembre, le due società hanno presentato ricorso al Tar per chiedere l’annullamento della comunicazione comunale che dichiarava scaduto il permesso a costruire, sostenendo che i lavori non potevano procedere a causa del sequestro giudiziario legato all’indagine per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e crollo doloso.

Per Palazzo Vecchio la revoca era dovuta perché erano passati tre anni dal rilascio del permesso senza che le opere fossero completate, mentre Esselunga punta a tutelarsi per evitare di dover richiedere un nuovo permesso soggetto a modifiche. Nel frattempo, il cantiere era rimasto congelato per consentire le perizie della Procura, con l’area ridotta a un buco nero per i residenti.

Solo lo scorso 29 settembre alcuni operai sono rientrati per un progetto di messa in sicurezza, non per riprendere l’edificazione del supermercato. Il lavoro durerà circa tre mesi e, una volta completato, vigili del fuoco e ASL Centro verificheranno la sicurezza dell’area. Solo dopo la relazione finale, la Procura potrà valutare la rimozione definitiva dei sigilli, mantenendo una parte della trave per scopi processuali. Lo riporta Repubblica. 

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