'È incontestabile che sia stato interrogato con dieci anni di ritardo' scrive in una nota l'associazione

Quello sulle condizioni di salute di Rodolfo Fiesoli è un dibattito "inutile" e "chi grida allo scandalo e alla gogna mediatica di un pover'uomo di 84 anni dimostra di avere la memoria corta e vuole distogliere l'attenzione dal vero problema".
E' quanto afferma l'associazione Vittime del Forteto dopo l'audizione da parte della commissione parlamentare di inchiesta del fondatore della della comunità mugellana, che sta scontando la pena a 14 anni 10 mesi in detenzione domiciliare in una rsa di Padova. Un'audizione in cui Fiesoli ha dato risposte con voce incerta, insieme a tanti "non ricordo".

    
"E' un fatto incontestabile che sia stato interrogato con ben dieci anni di ritardo - prosegue l'associazione - grazie a tutti i 253 deputati del Pd che nella seduta del 9 luglio 2015, nonostante ci fossero già state una sentenza passata in giudicato nel 1985, la condanna dello Stato italiano a causa del Forteto da parte della Cedu nel luglio 2000 e la pesantissima condanna di primo grado del giugno 2015, votarono compatti contro la mozione dell'onorevole Deborah Bergamini che chiedeva l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta e il commissariamento della cooperativa".

    
L'associazione ribadisce di "cercare verità e giustizia per tutte le vittime, nessuna esclusa, gli ex minori, i genitori ingiustamente condannati per falsi abusi sessuali e i lavoratori sfruttati per decenni" e ricorda come "l'attuale presidenza del Consiglio dei ministri, a differenza delle precedenti, oltre ad aver riconosciuto le gravi responsabilità delle istituzioni in ordine alla vicenda del Forteto, ha già agito concretamente risarcendo una parte delle vittime. Confidiamo e auspichiamo - conclude la nota - che prima possibile vengano risarcite tutte le vittime aldilà di dibattiti inutili e pretestuosi".
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