L'assessore replica all'interrogazione presentata dalla consigliera FdI Bianchini sull'allontanamento di due consiglieri comunali durante la seduta

"Dal nostro punto di vista, la vicenda non assume i contorni di un attacco alla libertà democratica e di espressione, è avvenuta in un contesto che non conosciamo e sul quale, credo, non abbiamo nemmeno motivo di esprimerci". Lo ha detto l'assessore toscano Stefano Ciuoffo rispondendo in Consiglio regionale a una interrogazione di Fratelli d'Italia, prima firmataria Sandra Bianchni, sui fatti avvenuti nel Consiglio comunale di Impruneta il 29 aprile scorso, quando si è registrata un'accesa controversia tra la presidente dell'Assemblea comunale e due consiglieri dell'opposizione.
    
Ciuoffo, si spiega in una nota, ha evidenziato "che in questa sede istituzionale e in tutti i lavori del Consiglio regionale i rapporti tra la presidenza e i consiglieri avvengono con il riconoscimento del proprio ruolo. Invece, i due consiglieri in questione hanno ripetutamente e reiteratamente, ancorché richiamati, rifiutato di riconoscere alla presidente del Consiglio comunale il suo ruolo, rivolgendosi a lei solo con la qualifica di consigliera. A questa reiterazione, la presidente ha tentato di togliere la parola, ma, non essendoci un apparato tecnico adeguato che consentiva di farlo, il consigliere ha continuato a parlare, alzando la voce, nonostante la sollecitazione della presidente a cessare il suo intervento. In applicazione di una norma del Consiglio la presidente ha quindi chiesto l'allontanamento dei due consiglieri".

L'assessore ha aggiunto: "Io credo che mancanza di rispetto a un ruolo istituzionale sia una mancanza di rispetto non a una parte politica, ma a tutti. In più, in questo caso, il fatto che una donna, presidente del Consiglio, si sia trovata in questa situazione incresciosa sia un elemento, questo sì, da stigmatizzare".

Critica Bianchini che ha detto di "non essere d'accordo con i contenuti della risposta", "parto dalla questione di genere: ci si deve rivolgere a una donna come a una persona, e non in maniera diversa".

Poi, ha aggiunto, "il consigliere della minoranza non ha insultato la presidente, ma l'ha chiamata consigliere, perché la presidente non si era dissociata da una mail, questa sì piena di insulti verso i due consiglieri di opposizione, proveniente dal segretario comunale. E la presidente è ricorsa alla forza pubblica per allontanare dall'aula il consigliere Franchi. La politica deve dare l'esempio, non possono esserci insulti o violenza. Sarebbe stato necessario, per chiudere la vicenda, l'ammissione dello sbaglio e la presentazione di scuse pubbliche".
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