Ieri i Vigili del Fuoco hanno recuperato le salme delle ultime tre vittime dell’esplosione a Calenzano: si tratta dei corpi di Vincenzo Martinelli, Davide Baronti e Carmelo Corso.
La tragedia di Calenzano ha spezzato la vita anche di Gerardo Pepe e Franco Cirelli, che al momento della deflagrazione si trovavano presso la pensilina dalla quale si è scatenato l’inferno.
Cinque persone strappate alla vita, cinque famiglie completamente distrutte dal dolore di una tragedia assurda e imprevedibile che ora chiedono solo che sia fatta luce su quanto accaduto.
Franco Cirelli era un ex militare della Folgore, viveva in Basilicata, a Cirigliano, e aveva due figli piccoli.
Gerardo Pepe, anche lui lucano di Sasso di Castalda, era nato in Germania ma aveva deciso di tornare in Italia, e qui aveva una figlia piccola di 12 anni.
Era padre di due figli, dei quali si era tatuato i nomi, anche Davide Baronti, che lunedì, nelle drammatiche ore di incertezza la moglie ha cercato negli ospedali chiedendo proprio dei tatuaggi.
Carmelo Corso aveva ripreso da poco a fare il camionista da poco dopo aver fatto la guardia giurata, era molto amato dai colleghi.
Infine, Vincenzo Martinelli, che ieri un amico e collega ha ricordato dicendo “non conosco persone migliori”, aveva la passione per i cani da caccia e per la natìa Napoli, della quale parlava molto sui social network.
Cinque vite che sono state infrante dalla sciagura avvenuta a Calenzano, e per le quali ora la Procura proverà a fare chiarezza, per capire cosa abbia scatenato l’esplosione che li ha strappati ai propri cari.
Rimangono al momento in gravi condizioni i due operai feriti nell’esplosione.
La tragedia di Calenzano ha spezzato la vita anche di Gerardo Pepe e Franco Cirelli, che al momento della deflagrazione si trovavano presso la pensilina dalla quale si è scatenato l’inferno.
Cinque persone strappate alla vita, cinque famiglie completamente distrutte dal dolore di una tragedia assurda e imprevedibile che ora chiedono solo che sia fatta luce su quanto accaduto.
Franco Cirelli era un ex militare della Folgore, viveva in Basilicata, a Cirigliano, e aveva due figli piccoli.
Gerardo Pepe, anche lui lucano di Sasso di Castalda, era nato in Germania ma aveva deciso di tornare in Italia, e qui aveva una figlia piccola di 12 anni.
Era padre di due figli, dei quali si era tatuato i nomi, anche Davide Baronti, che lunedì, nelle drammatiche ore di incertezza la moglie ha cercato negli ospedali chiedendo proprio dei tatuaggi.
Carmelo Corso aveva ripreso da poco a fare il camionista da poco dopo aver fatto la guardia giurata, era molto amato dai colleghi.
Infine, Vincenzo Martinelli, che ieri un amico e collega ha ricordato dicendo “non conosco persone migliori”, aveva la passione per i cani da caccia e per la natìa Napoli, della quale parlava molto sui social network.
Cinque vite che sono state infrante dalla sciagura avvenuta a Calenzano, e per le quali ora la Procura proverà a fare chiarezza, per capire cosa abbia scatenato l’esplosione che li ha strappati ai propri cari.
Rimangono al momento in gravi condizioni i due operai feriti nell’esplosione.
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