"Si allunga l'elenco dei morti sul lavoro e come istituzioni non possiamo proprio accettarlo". Lo ha detto il presidente della Toscana Eugenio Giani.
"Alla famiglia del lavoratore deceduto va il cordoglio mio e di tutta la giunta regionale", ha continuato il governatore. Poi l'analisi: "In un Paese civile non si può morire di lavoro - ha sottolineato -. Lo diciamo da anni e la strada da battere non può che essere quella imboccata: investire sulla formazione, ancora di più, investire sullo scambio di buone pratiche, non far venir meno e potenziare i controlli, i piani mirati di prevenzione, l'informazione e assistenza alle imprese: una battaglia che si vince tutti assieme, con la collaborazione tra istituzioni ma anche con datori di lavoro e lavoratori".
Lo scorso maggio la giunta regionale ha approvato l'assunzione a tempo determinato, per tre anni, di venticinque operatori e otto dirigenti chiamati a lavorare sul fronte della prevenzione e della sicurezza sul lavoro: personale necessario per centrare l'obiettivo di mille ispezioni in più l'anno nei cantieri, arrivandone a controllarne 4.500.
Una scelta, si spiega in una nota, in controtendenza rispetto al governo nazionale, che prima di maggio ha deciso di non stanziare nuove risorse per potenziare i servizi di prevenzione, igiene e sicurezza sul lavoro e di ridimensionare il ruolo delle Asl in questo ambito. I cantieri edili rimangono un luogo dove alto è il tasso di infortuni, anche gravi e mortali.
Nel 2023, conclude la nota, sono state 3.652 le ispezioni con sopralluogo nei cantieri toscani e se si considerano anche i soli controlli documentali il numero degli accertamenti sale a 4.924, il 13,5 per cento di tutti i cantieri notificati, ovvero 36.570.
"Alla famiglia del lavoratore deceduto va il cordoglio mio e di tutta la giunta regionale", ha continuato il governatore. Poi l'analisi: "In un Paese civile non si può morire di lavoro - ha sottolineato -. Lo diciamo da anni e la strada da battere non può che essere quella imboccata: investire sulla formazione, ancora di più, investire sullo scambio di buone pratiche, non far venir meno e potenziare i controlli, i piani mirati di prevenzione, l'informazione e assistenza alle imprese: una battaglia che si vince tutti assieme, con la collaborazione tra istituzioni ma anche con datori di lavoro e lavoratori".
Lo scorso maggio la giunta regionale ha approvato l'assunzione a tempo determinato, per tre anni, di venticinque operatori e otto dirigenti chiamati a lavorare sul fronte della prevenzione e della sicurezza sul lavoro: personale necessario per centrare l'obiettivo di mille ispezioni in più l'anno nei cantieri, arrivandone a controllarne 4.500.
Una scelta, si spiega in una nota, in controtendenza rispetto al governo nazionale, che prima di maggio ha deciso di non stanziare nuove risorse per potenziare i servizi di prevenzione, igiene e sicurezza sul lavoro e di ridimensionare il ruolo delle Asl in questo ambito. I cantieri edili rimangono un luogo dove alto è il tasso di infortuni, anche gravi e mortali.
Nel 2023, conclude la nota, sono state 3.652 le ispezioni con sopralluogo nei cantieri toscani e se si considerano anche i soli controlli documentali il numero degli accertamenti sale a 4.924, il 13,5 per cento di tutti i cantieri notificati, ovvero 36.570.
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