Poi sul rigassificatore in Liguria ha aggiunto: “E' una questione nazionale, non di rapporto fra le Regioni“

"Ritengo che Toti abbia fatto bene a dimettersi, perché avrà così anche le condizioni per poter argomentare con più autonomia e dedizione i fatti che gli vengono contestati". Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano un commento sulle dimissioni del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Giani ha parlato a margine di una iniziativa con Cgil e Uil oggi a Firenze

"Io come commissario ho firmato un'ordinanza di tre anni, e quella ordinanza è valida e legittima: conseguentemente non c'è da preoccuparsi perché una Regione lo vuole o non lo vuole", ha poi aggiunto, rispondendo a una domanda sul possibile cambio di orientamento della Regione Liguria, dopo le dimissioni di Giovanni Toti, in merito all'accoglimento a Vado Ligure (Savona) della nave di rigassificazione di Snam, ora operativa al porto di Piombino (Livorno).

"Guardate che il rigassificatore è questione nazionale non è questione che dialettizza il rapporto fra le Regioni, non prendiamoci in giro: il rigassificatore è essenziale per l'economia nazionale. Se non ci fosse Piombino oggi il gas invece che 20 costerebbe 40 in Italia, e noi abbiamo avuto il merito come Regione Toscana di esserci fatti carico di una questione nazionale".

Dunque, ha rivendicato Giani, "noi siamo stati i più responsabili, e penso che gli italiani e i toscani ce ne rendano merito", mentre dall'altra parte "il governo, visto che quell'ordinanza per tre anni prevedeva tutta una serie di misure compensative sul territorio, le realizzi".

Infine ha concluso: "L'unità di intenti del fronte contrario all'autonomia differenziata può sfociare in una opposizione più forte all'attuale governo "perché è una concezione del Paese: su questo si può costruire una visione del Paese bella, che guarda con speranza al futuro. Accanto a un centrodestra che ci propone l'autonomia differenziata c'è una larga fascia del Paese, che non è solo il centrosinistra, che vuole un regionalismo equo e solidale. Vogliamo un'attribuzione di competenze alle Regioni perché le Regioni è giusto che abbiano poteri importanti ma in una logica di vasi comunicanti, e quindi di equità nella distribuzione delle risorse e accanto all'equità la solidarietà. Dobbiamo rifare da capo la legge che attribuisce competenze alle Regioni e dobbiamo farlo con l'abolizione e l'abrogazione del testo di legge proposto da Calderoni".

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