Al Palazzo dei Congressi di Firenze i candidati alla Regione si sfidano su sanità, sicurezza e lavoro

Al Palazzo dei Congressi di Firenze si è svolto il confronto tra i tre candidati alla presidenza della Regione Toscana: Eugenio Giani per il centrosinistra, Alessandro Tomasi per il centrodestra e Antonella Bundu per la sinistra radicale. Un dibattito vivace, moderato da La Nazione, che ha toccato i temi chiave della campagna elettorale: sanità, sicurezza, infrastrutture, aree interne, economia, ambiente e turismo.

Sanità: tra investimenti pubblici, efficienza e riforme

Per Eugenio Giani la sanità resta il cuore del programma: «È un diritto universale, non un privilegio. Siamo la seconda migliore sanità d’Italia nel 2024 e vogliamo affrontare le criticità, partendo dalle case di comunità per abbattere le liste d’attesa e rafforzare la sanità territoriale».

Alessandro Tomasi, invece, punta il dito contro gli sprechi e chiede una gestione più efficiente: «Su 8 miliardi del bilancio sanitario ci sono mille rivoli di sprechi. Le liste d’attesa non si rincorrono, si governano. Serve coinvolgere farmacie e terzo settore e ridurre le Asl: oggi abbiamo deficit e meno servizi».

Per Antonella Bundu, la priorità è tornare a investire nel pubblico: «Le liste d’attesa si possono abbattere in tre anni con risorse ordinarie, rafforzando gli organici e internalizzando i servizi. Il salario di chi lavora nella sanità è troppo basso rispetto alla media europea».

Sicurezza e Cpr: tra prevenzione, deterrenza e diritti

Il tema sicurezza divide i candidati.

Per Giani, la Regione può agire in modo “indiretto ma strategico”: «Dobbiamo sostenere la polizia municipale con un’accademia di formazione toscana e aiutare i Comuni con fondi per telecamere e strumenti di deterrenza. Dico no ai Cpr: luoghi di detenzione impropria e degrado, che in Toscana non voglio".

Tomasi contesta la proposta di una polizia regionale: «Serve solo a creare confusione. Bisogna invece dotare la polizia locale di strumenti e riqualificare le periferie. Quando le famiglie tornano nei parchi, gli spacciatori se ne vanno. E sui Cpr, smettiamola con l’ipocrisia: se non li facciamo qui, gli agenti devono scortare i fermati altrove».

Bundu ribatte duramente: «I Cpr sono una forma legale di tortura. Chi commette reati va in carcere, non in centri amministrativi. Collegare immigrazione e sicurezza è sbagliato. Serve ricostruire il welfare e non delegare tutto alla polizia».

Aree interne: la sfida della Toscana diffusa

Per Giani, le aree interne sono “l’anima della Toscana diffusa”: «Abbiamo finanziato interventi per strade, commercio e servizi, come la riqualificazione della stazione e della Rocca Ariostesca a Castelnuovo di Garfagnana. Servono bandi mirati e corsie preferenziali per i Comuni».

Bundu parla di disuguaglianze territoriali gravi: «In alcune zone l’aspettativa di vita è inferiore. Ci sono strade franate, studenti costretti a lunghi viaggi per andare a scuola. Bisogna investire in mobilità e messa in sicurezza del territorio».

Tomasi propone un approccio pragmatico: «Serve una visione d’insieme per ridare vitalità ai borghi, garantendo servizi e infrastrutture digitali. Non bastano bandi spot: serve un piano di sviluppo locale stabile e condiviso con i territori».

Infrastrutture e Fi-Pi-Li: visioni opposte sul futuro della mobilità

La Fi-Pi-Li è il tema simbolo dello scontro.
Giani rilancia la creazione della Toscana Strade Spa, sul modello delle autostrade venete e lombarde: «Con una convenzione con Autostrade vogliamo allargare e mettere in sicurezza la Fi-Pi-Li. È un intervento impopolare, ma necessario. Il pedaggio per i tir servirà a finanziare i lavori».

Tomasi non è d’accordo: «La Regione è stata ferma per anni. La Fi-Pi-Li costa 100mila euro a settimana in inefficienze. Serve un progetto cantierabile nei primi sei mesi, non nuovi carrozzoni. Il pedaggio rischia di diventare una tassa nascosta».

Bundu guarda invece a un modello alternativo: «Basta trasporto su gomma. La Toscana produce rotaie d’eccellenza, usiamole per rilanciare il trasporto ferroviario. Il pedaggio sulla Fi-Pi-Li va nella direzione sbagliata».

Economia e lavoro: attrarre investimenti o rafforzare il pubblico?

Giani rivendica i risultati ottenuti: «Siamo la seconda regione italiana per attrazione di investimenti. Penso a Fendi a Bagno a Ripoli o Louis Vuitton a Pontassieve. Accordi di programma come quello di Piombino rilanciano la siderurgia».

Tomasi chiede una Toscana più competitiva: «La Regione deve essere alleata delle imprese, non un freno. Serve sburocratizzare e creare distretti che uniscano università e manifattura. Il lavoro nasce da chi produce, non dai sussidi».

Bundu, al contrario, punta su un ruolo più attivo del pubblico: «Piombino è un simbolo di fallimento. Le multinazionali non bastano, servono accordi quadro veri. Il pubblico deve intervenire direttamente nella reindustrializzazione».

Energie e ambiente: tra rinnovabili, geotermia e nuove frontiere

Giani fissa un obiettivo preciso: «L’autoproduzione energetica deve passare dal 50 al 66%. Con il nuovo accordo sulla geotermia investiamo 400 milioni in 16 Comuni, rinnovando condotte e impianti per più sicurezza e meno inquinamento».

Bundu propone un cambio di rotta: «Bisogna abbandonare il fossile e puntare sulle comunità energetiche rinnovabili. I fondi del Pnrr possono essere usati meglio, anche per l’eolico e il solare».

Tomasi chiede equilibrio tra sviluppo e sostenibilità: «Transizione ecologica sì, ma senza penalizzare le imprese. Servono tempi certi e autorizzazioni rapide, perché ogni ritardo frena gli investimenti».

Turismo: tra governance locale e nuove regole

Per Giani, la nuova legge regionale sul turismo «valorizza i 28 ambiti territoriali e dà ai Comuni la possibilità di regolamentare gli affitti brevi. Peccato che il Governo l’abbia impugnata».

Bundu sostiene la stessa linea, ma con toni più netti: «Gli affitti brevi sono in mano a pochi. Servono strumenti regionali per dare ai Comuni autonomia decisionale e più tutele ai lavoratori del settore».

Tomasi propone invece una semplificazione normativa: «Bisogna promuovere la Toscana con una strategia unica, puntando su turismo esperienziale e infrastrutture moderne. Troppa burocrazia soffoca l’iniziativa privata».

Dal dibattito quindi emerge una Toscana divisa tra continuità, pragmatismo e rottura. Giani difende il modello di Regione inclusiva e sociale, Tomasi invoca efficienza e semplificazione, Bundu chiede una svolta radicale per una Toscana più equa e sostenibile. Il verdetto, come sempre, arriverà dalle urne il 12 e 13 ottobre.

Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)

Attiva i cookies