"Stella firmi la nostra proposta di legge per dare maggiori risorse alla sanità pubblica". Lo chiede il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale della Toscana Vincenzo Ceccarelli rispondendo a un sollecito di segno opposto lanciato dal capogruppo di Forza Italia che aveva inviato Giani ai gazebo azzurri per firmare la proposta di abbassamento dell'aliquota Irpef regionale.
"Leggo dell'invito strumentale e populista", scrive Ceccarelli, "rilancio con piacere invitando lui a firmare la nostra proposta di legge al parlamento per garantire che, quale che sia il governo in carica, mai alla sanità pubblica siano trasferite risorse inferiori al 7,5% del Pil. Se l'attuale governo facesse propria questa legge, sarebbe un piacere ridurre l'addizionale Irpef a quel 15% di toscani a cui la Regione ha dovuto aumentarla per evitare di dover tagliare prestazioni che fanno del sistema sanitario toscano un riferimento a livello nazionale".
Ceccarelli ricorda a Stella che l'Italia, "come dice la Corte dei Conti, è oggi fanalino di coda in Europa nel rapporto tra risorse del Fondo sanitario nazionale e Pil, oggi sceso al 6%. Ormai la pratica irresponsabile di mettere il cerino in mano alle Regioni sta producendo effetti gravi sul sistema, come dimostra il fatto che a protestare non sono solo le Regioni di centrosinistra, ma tutte compattamente. La sanità è una cosa seria e deve essere trattata seriamente, non per fare propaganda politica".
"Leggo dell'invito strumentale e populista", scrive Ceccarelli, "rilancio con piacere invitando lui a firmare la nostra proposta di legge al parlamento per garantire che, quale che sia il governo in carica, mai alla sanità pubblica siano trasferite risorse inferiori al 7,5% del Pil. Se l'attuale governo facesse propria questa legge, sarebbe un piacere ridurre l'addizionale Irpef a quel 15% di toscani a cui la Regione ha dovuto aumentarla per evitare di dover tagliare prestazioni che fanno del sistema sanitario toscano un riferimento a livello nazionale".
Ceccarelli ricorda a Stella che l'Italia, "come dice la Corte dei Conti, è oggi fanalino di coda in Europa nel rapporto tra risorse del Fondo sanitario nazionale e Pil, oggi sceso al 6%. Ormai la pratica irresponsabile di mettere il cerino in mano alle Regioni sta producendo effetti gravi sul sistema, come dimostra il fatto che a protestare non sono solo le Regioni di centrosinistra, ma tutte compattamente. La sanità è una cosa seria e deve essere trattata seriamente, non per fare propaganda politica".
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