Per mettere in sicurezza il territorio fiorentino "Fdi ha le idee chiare su cosa serva davvero fare. I soldi ci sono, manca la serietà degli amministratori. Per fare un esempio, con la legge 41 del 2018, la Regione ha scaricato sui Comuni la gestione di gore, torrenti tombati e fognature che sono proprio quelli che vanno in tilt in caso di precipitazioni eccezionali". Lo hanno dichiarato nel corso di una conferenza stampa il coordinatore cittadino di Fdi Jacopo Cellai con il consigliere regionale Alessandro Capecchi (in foto), il consigliere della Città metropolitana Claudio Gemelli e tutto il gruppo consiliare del partito a Palazzo Vecchio.
L'iniziativa è stata organizzata nel giorno in cui Firenze ricorda le vittime dell'alluvione 1966.
Gli esponenti Fdi hanno sottolineato che "le casse di espansione Pizziconi, Restone, Prulli, Leccio sono in ritardo di un decennio e con costi quadruplicati. E cosa dire dell'intervento da 14 milioni su Firenze grazie ai fondi Pnrr, che ha un suo eventuale perché solo dopo il completamento degli interventi a monte, come indicato nella relazione tecnica del progetto stesso. Un dato reso evidente, del resto, anche dagli eventi sempre più estremi di cui la strage di Valencia è solo l'ultimo esempio".
Per gli esponenti Fdi, "né in Comune né in Città metropolitana", hanno denunciato di "non aver mai potuto vedere né una riga né un'immagine di questo progetto, eppure i cantieri sono già allestiti, vedi ponte alle Grazie".
"A proposito dell'alluvione dello scorso anno - hanno detto ancora - che ha riguardato anche la provincia di Firenze, Giani non sta tenendo in dovuta considerazione il fatto che ha coinvolto il reticolo minore e ha visto la rottura degli argini. Ciò significa che le istituzioni non hanno fatto il loro dovere nell'opera di manutenzione e gestione ordinaria di questa parte del territorio".
"Il piano di sicurezza idraulica presentato dal governatore - hanno concluso - non è un piano, ma un tentativo di colmare il ritardo clamoroso con cui la Regione ha gestito e sta gestendo il rischio".
L'iniziativa è stata organizzata nel giorno in cui Firenze ricorda le vittime dell'alluvione 1966.
Gli esponenti Fdi hanno sottolineato che "le casse di espansione Pizziconi, Restone, Prulli, Leccio sono in ritardo di un decennio e con costi quadruplicati. E cosa dire dell'intervento da 14 milioni su Firenze grazie ai fondi Pnrr, che ha un suo eventuale perché solo dopo il completamento degli interventi a monte, come indicato nella relazione tecnica del progetto stesso. Un dato reso evidente, del resto, anche dagli eventi sempre più estremi di cui la strage di Valencia è solo l'ultimo esempio".
Per gli esponenti Fdi, "né in Comune né in Città metropolitana", hanno denunciato di "non aver mai potuto vedere né una riga né un'immagine di questo progetto, eppure i cantieri sono già allestiti, vedi ponte alle Grazie".
"A proposito dell'alluvione dello scorso anno - hanno detto ancora - che ha riguardato anche la provincia di Firenze, Giani non sta tenendo in dovuta considerazione il fatto che ha coinvolto il reticolo minore e ha visto la rottura degli argini. Ciò significa che le istituzioni non hanno fatto il loro dovere nell'opera di manutenzione e gestione ordinaria di questa parte del territorio".
"Il piano di sicurezza idraulica presentato dal governatore - hanno concluso - non è un piano, ma un tentativo di colmare il ritardo clamoroso con cui la Regione ha gestito e sta gestendo il rischio".
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