Parte anche a Firenze la raccolta firme per la proposta di legge per legalizzare tutte le scelte di fine vita, inclusa l'eutanasia, proposta dall'associazione Luca Coscioni. Proprio sul tema dell'eutanasia, la Corte Costituzionale si esprimerà per la prima volta il prossimo 8 luglio. L'obiettivo, spiega l'associazione, "è di raccogliere le firme, cartacee e digitali, di almeno 50.000 persone in due settimane, necessarie per poter depositare la proposta in Parlamento prima della ripresa della discussione sul fine vita prevista in Senato il 17 luglio".
La proposta di legge depositata in Corte di Cassazione, si ricorda, "mira a garantire a tutte le persone maggiorenni, in grado di intendere e di volere e affette da patologie irreversibili, la possibilità di richiedere, nel rispetto della Costituzione, un aiuto medico alla morte volontaria. In tutta Italia il diritto a questo aiuto è legale, a determinate condizioni, grazie alla sentenza 242/2019 sul caso 'Cappato-Dj Fabo', ma mancano procedure e tempi certi, e ci sono persone come Federico Carboni e Laura Santi che hanno atteso anche due o tre anni prima di ottenere una risposta.
Alcuni pazienti, inoltre, restano discriminati perché, a causa delle loro patologie, non sono in grado di autosomministrarsi il farmaco letale. Oggi si chiede di estendere il diritto anche all'eutanasia per mano di un medico, e anche per le persone che non siano dipendenti da trattamenti di sostegno vitale. Il testo prevede tempi certi, garanzie e, al contrario dell'orientamento emerso in questi giorni dalla maggioranza di Governo, il pieno coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale, lasciando libera scelta alla persona tra autosomministrazione o somministrazione da parte del medico. È prevista l'obiezione di coscienza, ma resta l'obbligo per le strutture sanitarie di assicurare comunque la procedura".
La proposta di legge depositata in Corte di Cassazione, si ricorda, "mira a garantire a tutte le persone maggiorenni, in grado di intendere e di volere e affette da patologie irreversibili, la possibilità di richiedere, nel rispetto della Costituzione, un aiuto medico alla morte volontaria. In tutta Italia il diritto a questo aiuto è legale, a determinate condizioni, grazie alla sentenza 242/2019 sul caso 'Cappato-Dj Fabo', ma mancano procedure e tempi certi, e ci sono persone come Federico Carboni e Laura Santi che hanno atteso anche due o tre anni prima di ottenere una risposta.
Alcuni pazienti, inoltre, restano discriminati perché, a causa delle loro patologie, non sono in grado di autosomministrarsi il farmaco letale. Oggi si chiede di estendere il diritto anche all'eutanasia per mano di un medico, e anche per le persone che non siano dipendenti da trattamenti di sostegno vitale. Il testo prevede tempi certi, garanzie e, al contrario dell'orientamento emerso in questi giorni dalla maggioranza di Governo, il pieno coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale, lasciando libera scelta alla persona tra autosomministrazione o somministrazione da parte del medico. È prevista l'obiezione di coscienza, ma resta l'obbligo per le strutture sanitarie di assicurare comunque la procedura".
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