Le parole della vicesindaca in occasione della discussione in Consiglio del 'Piano del Verde'

"La risposta della città alle sfide che stiamo vivendo diventa cruciale e strategica. Se è vero che non esistono soluzioni semplici ed immediate ad un problema complesso e multifattoriale come quello del cambiamento climatico, è vero anche che un approccio sistemico e intraprendente delle città può portare a mitigare e contrastare gli effetti di questo cambiamento. Proprio le città hanno infatti un ruolo fondamentale nel garantire la qualità della vita per le persone, le piante, gli ecosistemi e la natura nel suo complesso". Così la vicesindaca di Firenze con delega all'ambiente, Paola Galgani, parlando in Consiglio comunale del 'piano del verde', che verrà votato a breve e su cui sono stati presentati 61 emendamenti.
    
Il piano, presentato il 31 gennaio col nome 'Iris', si ispira a un principio indicato come del '3-30-300': tre alberi visibili da ogni finestra; 30% di copertura arborea in città; 300 metri di distanza tra l'area verde più vicina e la propria abitazione. 'Iris' sarà fruibile online: interno ci sono pocket garden, filari alberati, nuove aree verdi, orti urbani, depavimentazione, aiuole e una rinaturalizzazione del centro storico.

    
Galgani ha sottolineato che il piano "si inserisce dunque nell'obiettivo più generale di mettere al centro dello sviluppo della nostra città il benessere delle persone", "la scelta politica che andiamo a compiere oggi nasce anche da un'altra riflessione fondamentale: la crisi climatica, come tutte le crisi, non colpisce tutti allo stesso modo".

     
"C'è un tema fondamentale di giustizia ambientale e climatica che abbiamo il dovere di affrontare, proprio perché questa crisi riversa i suoi effetti più gravi sui più deboli alimentando ulteriori disuguaglianze e ingiustizie - prosegue - . Abbiamo il dovere come amministrazione di non tirarci indietro e di fare il possibile per garantire una transizione giusta che non lasci indietro nessuno. Lo dobbiamo alle persone fragili, che più subiscono gli effetti nefasti ad esempio del caldo estivo, lo dobbiamo alle persone che vivono in condizioni di povertà, e che non hanno mezzi e strumenti per garantirsi una macchina o una caldaia nuova e meno inquinante. Ma lo dobbiamo anche guardate alle persone più giovani, ai bambini e alle bambine, sul cui presente e futuro stiamo riversando gli effetti peggiori e più nefasti delle nostre azioni attuali".
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