Il capo della protezione civile "Ciciliano prospettò di attendere la nuova ondata di maltempo che si sarebbe dovuta verificare lo scorso weekend in Toscana, non io. Per me lo stato d'emergenza doveva essere già fatto subito e avevo sotto questo aspetto dichiarato lo stato d'emergenza regionale, da oggi mi rimetterò a sollecitare a livello nazionale" perché "i danni che abbiamo avuto sono da stato di emergenza nazionale e io non posso più tollerare il fatto che nel Mugello in due anni e mezzo abbiamo avuto cinque grandi calamità". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, a margine di un'iniziativa.
Giani ha ripercorso le problematiche che ci sono state in Mugello negli ultimi due anni e mezzo. Ha spiegato che per ripristinare la normalità dopo i danni, "noi ci mettiamo mano ma è necessario avere un riconoscimento dal governo come lo stato di emergenza nazionale. È stato dato in altre realtà per molti meno danni e situazioni che si sono verificati".
"Il capo del Dipartimento nazionale Ciciliano, nell'incontro del 16 marzo, ci propose di attendere gli sviluppi della successiva perturbazione attesa, anche se per me lo stato d'emergenza poteva essere attivato subito e, sotto questo aspetto, mi ero mosso dichiarando lo stato d'emergenza regionale - ricostruisce Giani -. Ho comunque ascoltato, con spirito di collaborazione istituzionale, le considerazioni di Ciciliano, ma è evidente che da oggi, visto che è cessata quella che poteva presentarsi come un'ulteriore emergenza maltempo, mi rimetterò a sollecitare l'intervento di carattere nazionale, perché è così palese che i danni che abbiamo subito richiedono il riconoscimento dello stato d'emergenza nazionale in considerazione che il Mugello, in due anni e mezzo, ha subito gli effetti di cinque grandi calamità".
"La prima - ha ricordato - quella del 15 maggio del 2023, la seconda nel settembre del 2023 con il terremoto. E poi, ancora, il Mugello subì danni nel settembre del 2024 e ancora nelle devastazioni di fine anno e quest'ultima ondata: insomma cinque volte in due anni e mezzo".
"Noi ci mettiamo mano - ha concluso - ma è necessario avere un riconoscimento dal governo come lo stato di emergenza nazionale. È stato riconosciuto ad altre realtà con danni meno gravi".
"Ho visitato Firenzuola, Palazzuolo sul Senio e Marradi, i tre comuni dell'Alto Mugello, trovando una situazione di chiaro disagio e sofferenza" ha riferito il presidente della Regione, che ha aggiunto "non permetteremo che la strada regionale 302 rimanga chiusa fino a settembre per i lavori. Domattina alle 8 farò un nuovo sopralluogo con i dirigenti frana per frana, come possiamo in somma urgenza rimediare. Non si può avere un comune come Marradi separato dalla Toscana e la Regione Toscana interviene in prima persona. Spero che altrettanto facciano le ferrovie" a proposito della Faentina.
"Comunque, mercoledì nell'incontro che ho organizzato con tutti i sindaci del Mugello, per parlare del piano speciale del Mugello, su cui la regione avrà un ruolo da protagonista verificheremo come mettere insieme tante risorse per poter provvedere a una focalizzazione specifica degli interventi" ha aggiunto.
"Ho già mobilitato i miei dirigenti - ha proseguito - e domattina farò un nuovo sopralluogo con loro per verificare, frana per frana, come possiamo intervenire con urgenza: il mio obiettivo è rendere percorribile la strada, magari con passaggi a senso unico alternato, nell'arco di 10 giorni. Non si può avere un Comune come Marradi separato dalla Toscana e allora la Regione interviene in prima persona per garantire ai cittadini di Marradi tutto questo".
"Mi auguro - ha detto ancora Giani - che altrettanto facciano le Ferrovie perché non è assolutamente pensabile il rallentamento dei lavori sulla Faentina, che devono ripartire perché il trasporto pubblico su ferro in questa area ha una valenza assolutamente strategica. Mercoledì prossimo nell'incontro che ho organizzato con tutti i sindaci del Mugello, parleremo del piano speciale per il Mugello. Un piano rispetto al quale la Regione avrà un ruolo da protagonista, verificando come mettere insieme le risorse necessarie per individuare interventi specifici che anticipino il Pac, il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, per l'area del Mugello e dell'Alto Mugello".
Giani ha ripercorso le problematiche che ci sono state in Mugello negli ultimi due anni e mezzo. Ha spiegato che per ripristinare la normalità dopo i danni, "noi ci mettiamo mano ma è necessario avere un riconoscimento dal governo come lo stato di emergenza nazionale. È stato dato in altre realtà per molti meno danni e situazioni che si sono verificati".
"Il capo del Dipartimento nazionale Ciciliano, nell'incontro del 16 marzo, ci propose di attendere gli sviluppi della successiva perturbazione attesa, anche se per me lo stato d'emergenza poteva essere attivato subito e, sotto questo aspetto, mi ero mosso dichiarando lo stato d'emergenza regionale - ricostruisce Giani -. Ho comunque ascoltato, con spirito di collaborazione istituzionale, le considerazioni di Ciciliano, ma è evidente che da oggi, visto che è cessata quella che poteva presentarsi come un'ulteriore emergenza maltempo, mi rimetterò a sollecitare l'intervento di carattere nazionale, perché è così palese che i danni che abbiamo subito richiedono il riconoscimento dello stato d'emergenza nazionale in considerazione che il Mugello, in due anni e mezzo, ha subito gli effetti di cinque grandi calamità".
"La prima - ha ricordato - quella del 15 maggio del 2023, la seconda nel settembre del 2023 con il terremoto. E poi, ancora, il Mugello subì danni nel settembre del 2024 e ancora nelle devastazioni di fine anno e quest'ultima ondata: insomma cinque volte in due anni e mezzo".
"Noi ci mettiamo mano - ha concluso - ma è necessario avere un riconoscimento dal governo come lo stato di emergenza nazionale. È stato riconosciuto ad altre realtà con danni meno gravi".
"Ho visitato Firenzuola, Palazzuolo sul Senio e Marradi, i tre comuni dell'Alto Mugello, trovando una situazione di chiaro disagio e sofferenza" ha riferito il presidente della Regione, che ha aggiunto "non permetteremo che la strada regionale 302 rimanga chiusa fino a settembre per i lavori. Domattina alle 8 farò un nuovo sopralluogo con i dirigenti frana per frana, come possiamo in somma urgenza rimediare. Non si può avere un comune come Marradi separato dalla Toscana e la Regione Toscana interviene in prima persona. Spero che altrettanto facciano le ferrovie" a proposito della Faentina.
"Comunque, mercoledì nell'incontro che ho organizzato con tutti i sindaci del Mugello, per parlare del piano speciale del Mugello, su cui la regione avrà un ruolo da protagonista verificheremo come mettere insieme tante risorse per poter provvedere a una focalizzazione specifica degli interventi" ha aggiunto.
"Ho già mobilitato i miei dirigenti - ha proseguito - e domattina farò un nuovo sopralluogo con loro per verificare, frana per frana, come possiamo intervenire con urgenza: il mio obiettivo è rendere percorribile la strada, magari con passaggi a senso unico alternato, nell'arco di 10 giorni. Non si può avere un Comune come Marradi separato dalla Toscana e allora la Regione interviene in prima persona per garantire ai cittadini di Marradi tutto questo".
"Mi auguro - ha detto ancora Giani - che altrettanto facciano le Ferrovie perché non è assolutamente pensabile il rallentamento dei lavori sulla Faentina, che devono ripartire perché il trasporto pubblico su ferro in questa area ha una valenza assolutamente strategica. Mercoledì prossimo nell'incontro che ho organizzato con tutti i sindaci del Mugello, parleremo del piano speciale per il Mugello. Un piano rispetto al quale la Regione avrà un ruolo da protagonista, verificando come mettere insieme le risorse necessarie per individuare interventi specifici che anticipino il Pac, il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, per l'area del Mugello e dell'Alto Mugello".
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