Le parole del presidente della Regione dopo il tavolo riunito a Palazzo Strozzi Sacrati per discutere del Memorandum regionale per il settore

Garanzia delle tutele sociali per le lavoratrici e i lavoratori del settore moda, la richiesta al Governo di estendere il trattamento degli ammortizzatori sociali a tutto il 2025, e di rimuovere gli ostacoli attuativi per la cassa in deroga per evitare licenziamenti tramite coperture tempestive. E ancora, ampliare ulteriormente l'elenco dei codici Ateco rispetto a quelli indicati dalle circolari Inps, insieme ad un piano di moratorie sul credito e sugli oneri fiscali a beneficio delle piccole medie imprese.

Sono i cinque punti del Memorandum per la difesa e il rilancio della moda in Toscana, ieri al centro del tavolo regionale in materia riunito in palazzo Strozzi Sacrati, sede della Giunta regionale a Firenze, nel corso del quale il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha illustrato la linea operativa da seguire per l'attuazione dei vari aspetti.

    
"Riteniamo che il settore della moda sia cruciale e strategico, da parte della Regione ci sarà un impegno preciso per rilanciare l'intero settore in Toscana - ha sottolineato Giani -. Per praticità e capacità di incidere articoleremo in cinque gruppi di lavoro i temi del memorandum. La formazione e gli ammortizzatori sociali saranno oggetto dei due tavoli seguiti dall'assessore Nardini; gli investimenti e l'aspetto del credito e della finanza in quelli seguiti dall'assessore Marras. Io stesso, con il direttore della competitività in Regione, Paolo Tedeschi mi occuperò di costruire un gruppo di lavoro in interlocuzione con i grandi gruppi".

Tra le previsioni anche un piano formativo regionale per il comparto, bandi a sostegno di investimenti settoriali in ricerca e sviluppo, innovazione, investimenti immateriali, per sostenere la competitività delle filiere, e infine un tavolo di relazioni industriali con i grandi marchi italiani ed esteri da cui dipendono le filiere produttive, per condividere l'impatto economico della crisi e le implicazioni di nuove sfide derivanti anche da recenti direttive europee.
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