"I numeri del rapporto devono spingere tutte le istituzioni preposte a unire le forze per contrastare queste derive, attraverso accordi e protocolli di intesa per adottare azioni trasversali". Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, a proposito del rapporto 2023 su illegalità e criminalità organizzata nell'economia della Toscana curato da Irpet, oggetto di un convegno oggi a Firenze: secondo i dati, già presentati nell'aprile scorso, sono in tutto 11,3 i miliardi di euro legati all'economia che non è osservata in Toscana: 10,1 di economia sommersa e 1,2 di economia illegale.
"Un dato molto significativo - ha detto Patrizia Lattarulo (Irpet) - è quello del peso dell'economia sommersa sul valore aggiunto regionale, che è del 10,5%. Abbiamo fatto anche stime sui possibili servizi aggiuntivi che potrebbero essere erogati alla comunità se queste risorse potessero emergere, un contributo che potrebbe essere davvero importante per i bilanci pubblici".
Per l'assessore regionale alla legalità, Stefano Ciuoffo, "i dati confermano che alcune situazioni possono migliorare. Va ad esempio contrastata con determinazione la cosiddetta mortalità delle imprese, la velocità con la quale ditte individuali aprono e chiudono, senza che vengano mai sottoposte a controlli da parte dei soggetti preposti. Inoltre l'uso del part time pone elementi di criticità, con un numero di occupati a tempo indeterminato che fa presumere un utilizzo non effettivo di manodopera, creando così un vantaggio competitivo improprio per alcune realtà imprenditoriali. Insistere sui controlli per restringere gli spazi per comportamenti illeciti".
"Un dato molto significativo - ha detto Patrizia Lattarulo (Irpet) - è quello del peso dell'economia sommersa sul valore aggiunto regionale, che è del 10,5%. Abbiamo fatto anche stime sui possibili servizi aggiuntivi che potrebbero essere erogati alla comunità se queste risorse potessero emergere, un contributo che potrebbe essere davvero importante per i bilanci pubblici".
Per l'assessore regionale alla legalità, Stefano Ciuoffo, "i dati confermano che alcune situazioni possono migliorare. Va ad esempio contrastata con determinazione la cosiddetta mortalità delle imprese, la velocità con la quale ditte individuali aprono e chiudono, senza che vengano mai sottoposte a controlli da parte dei soggetti preposti. Inoltre l'uso del part time pone elementi di criticità, con un numero di occupati a tempo indeterminato che fa presumere un utilizzo non effettivo di manodopera, creando così un vantaggio competitivo improprio per alcune realtà imprenditoriali. Insistere sui controlli per restringere gli spazi per comportamenti illeciti".
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