Le polemiche scaturite dalla decisione di accorpare l’istituto Gonnelli di Montaione e Gambassi Terme non sembrano destinate a placarsi rapidamente.
Dopo che ieri i sindaci dei due comuni, rispettivamente Paolo Pomponi (Montaione) e Sergio Marzocchi (Gambassi Terme) hanno annunicato di voler ricorrere al Tar contro la decisione della Metrocittà di accorpare l’istituto, ora il dem Pomponi annuncia di valutare di lasciare, dopo diciassette anni, il Partito Democratico.
Troppa la delusione contro una scelta che i due comuni ritengono incomprensibile ed ingiusta, tanto che Pomponi l’aveva definita “piena di omissioni, inesattezze e falsità”.
La delusione del sindaco di Montaione è, forse soprattutto, verso i consiglieri metropolitani che non sono espressione di Firenze: a loro aveva rivolto un appello per scongiurare l’accorpamento di un istituto che, come era stato precisato durante il presidio davanti a Palazzo Medici Riccardi di qualche settimana fa, risponde a tutti i requisiti di legge per rimanere autonomo.
La partita è quindi aperta, con i due comuni che non sembrano affatto rassegnati alla decisione della Metrocittà, che ora passerà al vaglio della giustizia amministrativa.
Dopo che ieri i sindaci dei due comuni, rispettivamente Paolo Pomponi (Montaione) e Sergio Marzocchi (Gambassi Terme) hanno annunicato di voler ricorrere al Tar contro la decisione della Metrocittà di accorpare l’istituto, ora il dem Pomponi annuncia di valutare di lasciare, dopo diciassette anni, il Partito Democratico.
Troppa la delusione contro una scelta che i due comuni ritengono incomprensibile ed ingiusta, tanto che Pomponi l’aveva definita “piena di omissioni, inesattezze e falsità”.
La delusione del sindaco di Montaione è, forse soprattutto, verso i consiglieri metropolitani che non sono espressione di Firenze: a loro aveva rivolto un appello per scongiurare l’accorpamento di un istituto che, come era stato precisato durante il presidio davanti a Palazzo Medici Riccardi di qualche settimana fa, risponde a tutti i requisiti di legge per rimanere autonomo.
La partita è quindi aperta, con i due comuni che non sembrano affatto rassegnati alla decisione della Metrocittà, che ora passerà al vaglio della giustizia amministrativa.
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