Questa città ha sempre dimostrato un grande senso civico: da queste parti sappiamo bene cosa accadde per tanti, troppi mesi, dall’8 settembre 1943 all’11 agosto 1944, quando Firenze si liberò dall’infamia nazifascista, e c’è pure una discreta tradizione orale che permesso di tramandare a figli e nipoti i sacri valori della libertà e della democrazia.
Andare a votare è un diritto-dovere che ognuno di noi dovrebbe sentire e il crescente astensionismo dell’ultimo decennio è un preoccupante segnale di allarme per presente e futuro, ma i referendum sono qualcosa di diverso dalle elezioni, perché il mancato raggiungimento del quorum impone delle scelte che potrebbero anche portare a disertare l’urna.
Non è bello, non è elegante, ma fa parte del gioco, di questo gioco, a cui hanno partecipato tutti in uno stucchevole gioco politico delle parti che non vale neanche la pena di seguire nei suoi protagonisti, così tristemente lontani da chi questa amata Repubblica l’ha costruita quasi ottanta anni fa.
Buon referendum a tutti
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