«Firenze, la democrazia creativa: quando la scuola occupata ostacola le elezioni». Così Paolo Marcheschi, senatore di Fratelli d’Italia, ha commentato sui social la situazione che si è verificata nel capoluogo toscano, dove – come sottolinea – circa 9.000 elettori si sono ritrovati con i seggi elettorali spostati all’ultimo momento a causa delle occupazioni studentesche in due istituti scolastici.
Marcheschi attacca duramente quella che definisce «la solita gestione soft della sinistra fiorentina»:
«Qualche decina di studenti, pieni di entusiasmo rivoluzionario (e con un discreto tasso di “figli di papà”), ha deciso che la loro protesta vale più del diritto di voto di migliaia di cittadini».
Per l’esponente di Fratelli d’Italia, la vicenda rappresenta «una pessima lezione di educazione civica al contrario». Secondo Marcheschi, infatti, «le istituzioni, come spesso accade nella rossa Firenze, preferiscono non apparire repressive – che brutta parola, vero? – e lasciano correre. Meglio passare per distratti che per “fascisti”».
Il senatore denuncia quella che considera una deriva permissiva verso le proteste studentesche, accusando le amministrazioni locali di legittimare l’illegalità:
«Invece di spiegare ai ragazzi il valore delle regole, si insegna loro che basta trasgredire, essere incivili per ottenere tutto. Le scuole occupate spostano i seggi. Progresso?»
Marcheschi ironizza anche sulla situazione di Fiesole, dove – per l’inagibilità di un seggio – si è deciso di votare nella Casa del Popolo:
«Scelta neutrale, ovviamente», scrive con tono sarcastico.
Il post si chiude con un affondo politico:
«Non possiamo non indignarci di fronte a questo arretramento delle regole e delle istituzioni per acconsentire all’opinione pubblica dominante. E viene spontanea una domanda: se la stessa scena si fosse vista in un comune amministrato dalla destra, quanti titoloni scandalizzati avremmo letto il giorno dopo?»
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