"Oggi ci stringiamo tutti nel ricordo di coloro che hanno perso la vita e di coloro che hanno subito danni alla casa e al luogo di lavoro, un anno fa in un evento tragico, imprevedibile ma che ci ha colto impreparati", "questo primo anniversario non deve essere solo un momento di ricordo e di riflessione, ma anche di presa di coscienza e soprattutto di azione, perché il nostro territorio non è - ancora - al sicuro rispetto a eventi ordinari e straordinari. Ho constatato, non solo a Prato ma in tutta la Toscana - dal Mugello alla Val d'Elsa -, una situazione preoccupante". Lo spiega, in una nota, Erica Mazzetti, deputata di FI responsabile nazionale del Dipartimento lavori pubblici del partito.
"Mancano le infrastrutture per il contrasto al rischio idrogeologico e i lavori non sono stati fatti negli anni ma nemmeno dopo la tragedia - prosegue - Oltre a scaricare le colpe, si è fatto poco o nulla e comprendo la rabbia dei cittadini. Fermo restando che il rischio zero non esiste e che le risorse pubbliche non sono illimitate, ma quelle stanziate vanno spese, ci vuole una maturazione culturale rispetto al rischio idrogeologico, partendo da una approfondita pianificazione del territorio che si amministra con un'urbanizzazione ragionata, valutando anche la geologia e la fisica del terreno, facendo le opere necessarie affinché la penetrazione e il deflusso delle acque sia ordinato", "senza dimenticare la manutenzione - da monte a valle - ordinaria, negli ultimi decenni troppo trascurata".
Mazzetti propone "una piattaforma programmatica per la cura del territorio, con la politica ma anche i corpi intermedi, gli imprenditori agricoli ed edili e tutti i tecnici, come i geologi, spingendo sul partenariato pubblico-privato, per un'azione logica e non ideologica. Dobbiamo fare un salto di qualità".
"Se un appunto devo fare al mio governo - conclude - è che, ad oggi, abbiamo ancora un commissario straordinario nella persona del presidente Eugenio Giani e anche dopo numerose mie sollecitazioni non abbia ancora nominato il commissario straordinario alla ricostruzione che dovrebbe essere, sull'esempio dell'Emilia-Romagna, una persona terza che si prenda le sue responsabilità e agisca".
"Mancano le infrastrutture per il contrasto al rischio idrogeologico e i lavori non sono stati fatti negli anni ma nemmeno dopo la tragedia - prosegue - Oltre a scaricare le colpe, si è fatto poco o nulla e comprendo la rabbia dei cittadini. Fermo restando che il rischio zero non esiste e che le risorse pubbliche non sono illimitate, ma quelle stanziate vanno spese, ci vuole una maturazione culturale rispetto al rischio idrogeologico, partendo da una approfondita pianificazione del territorio che si amministra con un'urbanizzazione ragionata, valutando anche la geologia e la fisica del terreno, facendo le opere necessarie affinché la penetrazione e il deflusso delle acque sia ordinato", "senza dimenticare la manutenzione - da monte a valle - ordinaria, negli ultimi decenni troppo trascurata".
Mazzetti propone "una piattaforma programmatica per la cura del territorio, con la politica ma anche i corpi intermedi, gli imprenditori agricoli ed edili e tutti i tecnici, come i geologi, spingendo sul partenariato pubblico-privato, per un'azione logica e non ideologica. Dobbiamo fare un salto di qualità".
"Se un appunto devo fare al mio governo - conclude - è che, ad oggi, abbiamo ancora un commissario straordinario nella persona del presidente Eugenio Giani e anche dopo numerose mie sollecitazioni non abbia ancora nominato il commissario straordinario alla ricostruzione che dovrebbe essere, sull'esempio dell'Emilia-Romagna, una persona terza che si prenda le sue responsabilità e agisca".
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