Il consigliere regionale dem prende posizione nel dibattito in corso sulla legge regionale: se approvata sarebbe la prima in Italia

"Abbiamo una sentenza positiva in materia sul fine vita, dall'altro lato abbiamo oltre 10.000 cittadine e cittadini che hanno proposto una legge su iniziativa popolare: quindi la legge, e quindi la partecipazione democratica, che noi in quanto rappresentanti delle istituzioni, per scelta personale e non certo per obbligo, abbiamo il dovere morale di tutelare e difendere". Così il consigliere regionale del Partito Democratico Iacopo Melio, intervenendo in aula durante la discussione sulla proposta legge sul fine vita.
    
"Garantire un diritto a una persona non significa in alcun modo obbligare altre persone, che non vogliono avere nulla a che fare con quel diritto, a esercitarlo, tantomeno elimina altri diritti - ha aggiunto -, anzi: a maggior ragione quando si parla di autodeterminazione personale e di poter dare liberamente un certo valore alla propria 
vita, nessuna e nessuno può permettersi, soprattutto in uno Stato laico, a prescindere dalle proprie rispettabilissime posizioni, di imporre a qualcuna o qualcuno il proprio credo".

Melio ha ricordato che "ieri purtroppo se n'è andata Gloria, aveva 70 anni, abitava a Firenze e stava aspettando il via libera dell'Asl per porre 
fine alle proprie enormi sofferenze: sarebbe voluta andarsene in maniera dignitosa, lucidamente, e non addormentata, spenta dalle cure palliative. Quella di Gloria può essere una scelta personalmente condivisibile oppure no, ma non ci deve in questa sede interessare, era comunque una sua scelta e per questo avrebbe meritato la giusta accoglienza in tempi rapidi, per scrivere liberamente la parola fine così come liberamente ha sempre vissuto".

"Io, noi, oggi per Gloria e per tutte e tutti coloro che in mano a dolori atroci non trovano più, purtroppo, un senso alla loro esistenza - ha concluso -, invito la Toscana a dare un segnale di civiltà, che poi non vuol dire inventarsi nulla di nuovo ma dare omogeneità e struttura a un diritto, permettetemi di dire, laicamente, sacrosanto".
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)

Attiva i cookies