"Si è appena conclusa la 75/a edizione di Sanremo, dove ovviamente, come ogni anno, viene dato spazio alle persone con disabilità. Non posso fare a meno di notare e di raccontare che le persone con questa caratteristica non vengono mai presentate o trattate da professionisti, bensì come portatori di una vita 'speciale', ed è una cosa che mi lascia perplessa e mi rattrista". È quanto ha detto la consigliera della lista Funaro sindaca Michela Monaco, nel corso di una comunicazione in Consiglio comunale a Firenze. Monaco ad un certo punto ha interrotto l'intervento, mettendosi a piangere.
"Il festival di Sanremo, come tutti sappiamo, è un po' lo specchio della società in cui viviamo - ha spiegato Monaco -. Quindi, se anche attraverso un festival visto da milioni di italiani non viene raccontata la disabilità per quella che è, come possiamo pretendere di cambiare il mondo in cui viviamo?".
La consigliera ha fatto un collegamento anche "col Comune di Firenze. Il fatto è che si professa un territorio inclusivo, ma io ad oggi questa inclusione la percepisco e la vedo solo nelle parole".
"A oggi, anche in Comune sento e vedo che l'aiuto che mi viene prestato da alcuni del personale che lavora in questo palazzo non è mai dato con il cuore. Devo sentire a posteriori che quelle persone si sentono sfruttate per l'aiuto che mi concedono o che è un compito che non rientra nelle loro mansioni".
Monaco ha anche richiamato la legge sul fine vita approvata dal Consiglio regionale toscano: "Non entrerò nel merito. Ma mi lascia interdetta sapere come nell'immaginario collettivo sia più condivisibile e approvabile una legge riguardante una morte dignitosa piuttosto che la vita decorosa per chi vive nella sofferenza".
"Il festival di Sanremo, come tutti sappiamo, è un po' lo specchio della società in cui viviamo - ha spiegato Monaco -. Quindi, se anche attraverso un festival visto da milioni di italiani non viene raccontata la disabilità per quella che è, come possiamo pretendere di cambiare il mondo in cui viviamo?".
La consigliera ha fatto un collegamento anche "col Comune di Firenze. Il fatto è che si professa un territorio inclusivo, ma io ad oggi questa inclusione la percepisco e la vedo solo nelle parole".
"A oggi, anche in Comune sento e vedo che l'aiuto che mi viene prestato da alcuni del personale che lavora in questo palazzo non è mai dato con il cuore. Devo sentire a posteriori che quelle persone si sentono sfruttate per l'aiuto che mi concedono o che è un compito che non rientra nelle loro mansioni".
Monaco ha anche richiamato la legge sul fine vita approvata dal Consiglio regionale toscano: "Non entrerò nel merito. Ma mi lascia interdetta sapere come nell'immaginario collettivo sia più condivisibile e approvabile una legge riguardante una morte dignitosa piuttosto che la vita decorosa per chi vive nella sofferenza".
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