I dem criticano la scarsa copertura data dal servizio pubblico ai referendum dell'8 e 9 giugno

Un presidio sotto la sede della Rai Toscana, come avvenuto nelle altre regioni, per "confermare - ha detto il segretario dem toscano, Emiliano Fossi - quanto ci sia un silenzio assordante da parte della televisione, soprattutto da parte del servizio pubblico, della Rai, su un appuntamento fondamentale per la democrazia", i cinque referendum dell'8-9 giugno. Alcune decine i partecipanti al presidio organizzato dal Pd, fra gli altri il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, gli assessori della Giunta toscana Simone Bezzini e Serena Spinelli oltre a consiglieri regionali e comunali.
    
"C'è stato un diktat è venuto dall'alto e TeleMeloni si è confermata TeleMeloni", le parole ancora di Fossi che ha espresso "massima solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori della Rai", sottolineando però le "responsabilità dei vertici" dell'azienda "che applicano in maniera precisa e puntuale i diktat che arrivano da da Palazzo Chigi. Non se lo merita il referendum dell'8-9 giugno e non se lo merita l'istituzione referendaria prevista dalla nostra Costituzione". Così, ha continuato, "si impoverisce la democrazia e si evita di discutere di temi fondamentali, come quello del lavoro da un lato e della cittadinanza dall'altro".

    
Fossi ha infine evidenziato come il Pd "abbia fatto una scelta in una direzione nazionale che è quella dei cinque sì, senza chiedere abiure a nessuno", una posizione "ufficiale chiara, netta e definita". Anche se c'è chi ha dichiarato, ad esempio alcuni parlamentari ed europarlamentari dem dell'area riformista, la propria astensione su tre dei quattro quesiti riguardanti il lavoro. "In Toscana - ha ribadito - il Pd è unitissimo sul sostenere questo passaggio referendario".
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