La trasformazione del Convento di San Paolino tiene banco a Firenze. Come racconta questa mattina La Nazione, l’Az Hospitality di Firenze starebbe studiando una soluzione per realizzare negli spazi di San Paolino o una Rsa di lusso oppure una Spa con camere.
Soluzioni, queste, che sarebbero in linea teorica coerenti con il Piano operativo comunale, che spiega il quotidiano dal 2019 impedisce l’apertura di nuove strutture ricettive nell’area Unesco: una soluzione come quella immaginata da Az sarebbe coerente con il Piano in quanto rientrerebbe nelle strutture a vocazione direzionale che, per i servizi alle persone, non devono passare per il cambio di destinazione d’uso. In questo modo l’azienda avrebbe da interloquire solo con la Soprintendenza e non anche con il Comune, che potrebbe fare resistenza.
Infatti ieri l’assessora all’Urbanistica Caterina Biti ha fatto il punto della situazione ribadendo la contrarietà di Palazzo vecchio all’apertura dell’ennesima struttura di lusso nel centro di Firenze: “Le norme di salvaguardia previste dal piano operativo nel passaggio da direzionale pubblico a direzionale privato sono attive. Per insediare qualsiasi destinazione privata va dimostrata la dismissione del servizio e chiedere poi l’eliminazione del simbolo, passaggio che richiede l’approvazione del Consiglio comunale” ha spiegato Biti.
Sul futuro di San Paolino intanto si è mossa anche la Pneuma Art Foundation che, riporta il quotidiano, ha chiesto un incontro conoscitivo a assessorato all’Urbanistica, residenti, proprietari, comitati di via Palazzuolo e Fondazione CR Firenze per discutere del progetto di realizzare nel convento botteghe artigiane e spazi culturali e di studio fruibili da residenti e popolazione.
Sia il presidente di Pneuma Art Miguel Martinez che quello di Fondazione Cr Firenze Gabriele Gori hanno ribadito di voler scongiurare il rischio di una nuova speculazione nel pieno centro di Firenze, anche se ancora il progetto di Pneuma rimane solo sulla carta, dato che è necessario accertarne diversi aspetti, primo fra tutti quello della sostenibilità economica.
Sul futuro dell’area di San Paolino si era espressa nei giorni scorsi anche la consigliera comunale Cecilia Del Re, che all’amministrazione comunale chiedeva “di attivarsi nel tempo più rapido possibile per dare attuazione alla mozione ed evitare che un altro luogo del centro storico, come il convento di San Paolino, venga utilizzato per turisti e non aperto per i cittadini. Non si capisce peraltro come possa avvenire posto il blocco di nuovi alberghi inserito nel Poc. Forse una nuova rsa?"
Secondo Del Re, la proposta di Pneuma “era stata condivisa previamente con i cittadini del luogo fondata su basi solide e aveva una sostenibilità economica sorretta anche da idonee garanzie: un'alternativa alla vendita dunque c'era, ed era una concessione onerosa che aveva come fine quello di aprire il suddetto spazio ad artigiani e artisti del territorio e a studenti internazionali e locali”.
Soluzioni, queste, che sarebbero in linea teorica coerenti con il Piano operativo comunale, che spiega il quotidiano dal 2019 impedisce l’apertura di nuove strutture ricettive nell’area Unesco: una soluzione come quella immaginata da Az sarebbe coerente con il Piano in quanto rientrerebbe nelle strutture a vocazione direzionale che, per i servizi alle persone, non devono passare per il cambio di destinazione d’uso. In questo modo l’azienda avrebbe da interloquire solo con la Soprintendenza e non anche con il Comune, che potrebbe fare resistenza.
Infatti ieri l’assessora all’Urbanistica Caterina Biti ha fatto il punto della situazione ribadendo la contrarietà di Palazzo vecchio all’apertura dell’ennesima struttura di lusso nel centro di Firenze: “Le norme di salvaguardia previste dal piano operativo nel passaggio da direzionale pubblico a direzionale privato sono attive. Per insediare qualsiasi destinazione privata va dimostrata la dismissione del servizio e chiedere poi l’eliminazione del simbolo, passaggio che richiede l’approvazione del Consiglio comunale” ha spiegato Biti.
Sul futuro di San Paolino intanto si è mossa anche la Pneuma Art Foundation che, riporta il quotidiano, ha chiesto un incontro conoscitivo a assessorato all’Urbanistica, residenti, proprietari, comitati di via Palazzuolo e Fondazione CR Firenze per discutere del progetto di realizzare nel convento botteghe artigiane e spazi culturali e di studio fruibili da residenti e popolazione.
Sia il presidente di Pneuma Art Miguel Martinez che quello di Fondazione Cr Firenze Gabriele Gori hanno ribadito di voler scongiurare il rischio di una nuova speculazione nel pieno centro di Firenze, anche se ancora il progetto di Pneuma rimane solo sulla carta, dato che è necessario accertarne diversi aspetti, primo fra tutti quello della sostenibilità economica.
Sul futuro dell’area di San Paolino si era espressa nei giorni scorsi anche la consigliera comunale Cecilia Del Re, che all’amministrazione comunale chiedeva “di attivarsi nel tempo più rapido possibile per dare attuazione alla mozione ed evitare che un altro luogo del centro storico, come il convento di San Paolino, venga utilizzato per turisti e non aperto per i cittadini. Non si capisce peraltro come possa avvenire posto il blocco di nuovi alberghi inserito nel Poc. Forse una nuova rsa?"
Secondo Del Re, la proposta di Pneuma “era stata condivisa previamente con i cittadini del luogo fondata su basi solide e aveva una sostenibilità economica sorretta anche da idonee garanzie: un'alternativa alla vendita dunque c'era, ed era una concessione onerosa che aveva come fine quello di aprire il suddetto spazio ad artigiani e artisti del territorio e a studenti internazionali e locali”.
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