Grande fiducia del candidato del centrodestra

"È la mia prima campagna elettorale. Quando è partita mi hanno subito messo sull'avviso: 'porta pazienza, capiterà che ti fischino, che mostrino intolleranza, nel gioco della politica è così e bisogna sapere a cosa si va incontro e sopportare'. E invece la mia sorpresa è stata enorme. Mi sarà capitato al massimo un paio di volte che qualcuno abbia borbottato o mi abbia fischiato. Mi è persino capitato di entrare in un bar ed essere accolto da un applauso spontaneo". Lo afferma, in un'intervista al 'Giornale', Eike Schmidt, ex sovrintendente degli Uffizi e candidato del centrodestra per la poltrona di sindaco di Firenze.
      
Da indipendente ha scelto il murale di via Canova che ritrae Antonio 
Gramsci come quinta del suo comizio finale di oggi: "E non soloosserva - Il nostro comitato elettorale è proprio in viale Gramsci". "Il mio interesse per Gramsci non è isolato. Ai suoi tempi è stato letto sicuramente come teorico del comunismo, però a rileggerlo oggi offre spunti che possono adattarsi benissimo anche a chi ha posizioni moderate o a chi si pone a destra - sottolinea - Basti pensare a intellettuali e giornalisti come Alain de Benoist, Alessandro Giuli e lo stesso ministro Sangiuliano. Il suo umanesimo, la sua difesa della polis e della cultura popolare ne fanno un autore che parla a tutti".
      
La prima cosa che farebbe se fosse eletto sindaco? "Cercherei di 
decentralizzare l'arte. La città ha un patrimonio eccezionale, ora tutto concentrato in meno di due chilometri quadrati. Bisogna far vivere i rioni che hanno una loro distinta personalità - sottolinea - Ci sono così tante opere che soltanto a Firenze può capitare di dover tenere dei Botticelli nei depositi".
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