L’ex direttore della Galleria degli Uffizi contro il possibile candidato del Centrodestra

Antonio Natali, storico dell'arte e già direttore della galleria degli Uffizi, ha parlato in esclusiva a Firenze e dintorni su Radio Bruno della possibile candidatura a sindaco per il centrodestra del collega Eike Schmidt e della sua disponibilità a candidarsi alle prossime elezioni europee per Alleanza Verdi e Sinistra:

''Sulla possibile candidatura di Scmhidt, se non dovesse vincere la sinistra, spero vinca lui perché penso che lui sia il sindaco che Firenze si merita. E lo dico con ironia. A me sembra che lui sia cultore della sua immagine e non dell'arte e del bello. Se scioglierà la riserva e si candiderà, finalmente, credo ci siano differenze nelle nostre esperienze: da una parte la sua gestione mirava alla crescita economica e dell'immagine, dall'altra c'era un museo gratuito per educare ed avvicinare i giovani all'arte. A me interessa lo spirito socialista e cristiano, di vicinanza agli ultimi e ai più sfortunati''.  

''Quanto a me, sarà il partito a decidere cosa fare della mia candidatura. Con sinistra italiana è la seconda volta, sempre però con lo stesso spirito. La mia formazione mi impone che nei momenti in cui le certezze vengono a mancare, sia sul fronte internazionale che interno, di impegnarmi per cambiare le cose".

Perchè le europee e non Firenze? "L'ho fatto in precedenza quando ero nella lista di Antonella Bundu. So bene che sarà una corsa difficile e i numeri che ci aspettano. Un credente è abituato all'utopia e crede a ciò in cui gli altri non credono. Crede nelle possibilità che l'uomo abbia di cambiare in meglio, anche se finora sembra che siamo in una costante e irreversibile discesa verso il peggio. Per me sentir parlare di guerra è surreale, purtroppo però è così. Ci siamo assuefatti alle notizie sempre più terribili come in passato eravamo abituati a notizie legate al terrorismo interno. I numeri che arrivano da Gaza fanno accapponare la pelle. Io sono nonno e se penso a quei bambini e a quelle famiglie è tremendo. Quello che è successo il 7 ottobre è una infamia che grida vendetta, ma anche la vendetta deve essere proporzionata. Gli infami si nascondono negli ospedali ma quando si bombarda un ospedale si sa cosa si fa. Non si può demolire il terrorismo con una guerra così. Una trattativa fondata sui due stati è l'unica soluzione e se non ci sarà mai ci sarà sempre la guerra. Bisogna impegnarsi in prima persona per la pace''.
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