"Nessuna strumentalizzazione da parte nostra, a maggior ragione su un tema così delicato. Anzi, proprio per questa ragione, vogliamo andare fino in fondo e pertanto abbiamo presentato un ricorso al collegio di garanzia statutaria per chiedere se la legge approvata dal Consiglio regionale della Toscana nei giorni scorsi in materia di assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito, in assenza di una legge statale che assicuri la necessaria uniformità, risulti conforme allo Statuto della Regione". Così i capigruppo in Consiglio regionale di Fi, Marco Stella, di Fdi, Vittorio Fantozzi, e della Lega, Elena Meini, replicano al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha parlato di "strumentalizzazione politica" sul fine vita.
"Il ricorso al collegio di garanzia statutaria - spiegano i capigruppo del centrodestra - è uno strumento previsto dallo Statuto della Toscana proprio per consentire che i consiglieri, in caso di dubbio, possano verificare se ci sia corrispondenza tra lo Statuto regionale e la legge che è stata approvata. Noi, dal primo istante, abbiamo dichiarato pubblicamente la nostra ferma convinzione che i temi normati dall'assemblea toscana siano materia di esclusiva competenza del Parlamento italiano, come già evidenziato tempo fa da sentenze della Corte costituzionale e da un pronunciamento dell'avvocatura dello stato. L'effetto immediato - hanno poi ricordato - è che l'iter di promulgazione della legge sul suicidio assistito si blocca finché il collegio non si esprime".
"Il ricorso al collegio di garanzia statutaria - spiegano i capigruppo del centrodestra - è uno strumento previsto dallo Statuto della Toscana proprio per consentire che i consiglieri, in caso di dubbio, possano verificare se ci sia corrispondenza tra lo Statuto regionale e la legge che è stata approvata. Noi, dal primo istante, abbiamo dichiarato pubblicamente la nostra ferma convinzione che i temi normati dall'assemblea toscana siano materia di esclusiva competenza del Parlamento italiano, come già evidenziato tempo fa da sentenze della Corte costituzionale e da un pronunciamento dell'avvocatura dello stato. L'effetto immediato - hanno poi ricordato - è che l'iter di promulgazione della legge sul suicidio assistito si blocca finché il collegio non si esprime".
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