“Dieci anni dopo è ancora un modello possibile per l’Italia”

Giovanni Lamioni, imprenditore di successo e presidente del Grosseto, dieci anni fa scrisse insieme al professor David Lamantia il libro ‘La mia Maremma: Un modello possibile per l’Italia'. Con firenzedintorni.it ha voluto ripercorrere i punti cruciali del suo libro:

Dieci anni fa, definiva la Maremma come una comunità rurale nel senso moderno del termine. Dieci anni dopo, è ancora possibile ipotizzare una cosa del genere?
"Nonostante siano trascorsi dieci anni, considero che questa definizione sia ancora più attuale, grazie alla globalizzazione. Il mondo cerca sempre più tradizioni autentiche e la Maremma è un luogo che si basa sulle tradizioni e sul rapporto con il territorio. Con la giusta valorizzazione del suo brand, la Maremma può diventare una meta davvero straordinaria".

Sono passati trent'anni dalla nascita di quello che definiva come ‘distretto rurale’.
"Oggi possiamo considerarlo come un distretto affermato dal punto di vista concettuale e promozionale. Tuttavia, dal punto di vista giuridico, siamo ancora indietro. Nel 1994 esisteva un regolamento comunitario chiamato ‘Programma LEADER’, con lo scopo di promuovere e sviluppare i territori a valenza rurale. La provincia di Grosseto ne beneficiò. Per esempio, divenne la seconda provincia in Toscana per numero di agriturismi. Continuo a credere che la Maremma potrebbe fare di più, poiché manca ancora un giusto organo di regia. Quando ero presidente della Camera di Commercio, ho cercato di fare il massimo da questo punto di vista. Oggi, questo ruolo di ‘locomotiva’ dovrebbe essere svolto dal Comune, che però non sta ancora svolgendo pienamente. Grosseto continua a vivere come un corpo distaccato dal resto del territorio provinciale. In questo modo, diventa davvero difficile promuovere un brand come quello della Maremma. Quando ero Presidente della Camera di Commercio, ho avuto degli scontri con l'allora Presidente della Regione Toscana, Rossi. Quest'ultimo considerava importante solo il ‘Brand Toscana’. Io invece sostenevo e sostengo ancora che all'interno del ‘Brand Toscana’ debba affermarsi il ‘Brand Maremma Toscana’".

Dalla cultura al cibo, ci sono tutti gli ingredienti giusti per lanciare il brand Maremma. “Assolutamente. Questo è un territorio con un appeal straordinario. Molte persone desiderano venire a viverci. Purtroppo, la Maremma soffre per l'assenza della cosiddetta città d'arte. Per questo motivo, la provincia dovrebbe valorizzare e promuovere l'intera area vasta della Maremma anziché concentrarsi solo sulla singola città”.

Il rapporto con l'ex presidente della Regione Toscana, Rossi, è stato abbastanza travagliato.
Non dimenticherò mai quando i giornali, dopo un brutto screzio con l'ex presidente Rossi, ripresero una mia risposta piccata: ‘Rossi sì, ma solo Pepito’. Una frase che dimostra il mio scarso interesse nei confronti degli attacchi dell'allora Presidente della Regione Toscana”.

Partendo dalla frase del suo libro "Ci vogliono le idee, ma soprattutto ci vogliono le gambe degli uomini per portarle avanti", come considera la classe dirigente di Grosseto dieci anni dopo?
Secondo me, la provincia di Grosseto ha una buona classe dirigente. Tuttavia, soprattutto nella parte politica, dovrebbe riuscire ad affrancarsi dalle logiche fiorentine che possono favorire o ostacolare l'ascesa politica. Da questo punto di vista, servirebbe più autonomia, soprattutto per il bene del territorio stesso”.

Riguardo alla possibilità di scrivere un altro libro…
"Il tempo è quello che è, ma mi piacerebbe scrivere un libro sui cambiamenti socioeconomici e culturali di questo territorio. La Maremma, in 50 anni, ha subito grandi cambiamenti rispetto ad altri territori. Le differenze rispetto al passato sono davvero numerose. Vorrei fare un libro che dimostri che il vero cambiamento è la velocità del cambiamento stesso."

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