La nostra intervista a Costanza Hermanin, scienziata politica e sostenitrice di Firenze Democratica

Docente presso l’istituto europeo, scienziata politica e da sempre impegnata su temi fondamentali come immigrazione e ambiente. La professoressa Costanza Hermanin ha però da sempre nel cuore anche Firenze ed è per questo che ha deciso di supportare Firenze Democratica, una scelta che è arrivata quasi spontanea: “Ci sono due motivi principali. Il primo è che ritengo che il metodo democratico sia fondamentale. Abbiamo avuto a lungo un'amministrazione, anche buona, che ha avuto una certa continuità. Al termine di un lungo periodo di un'amministrazione la scelta è opportuno che torni ai cittadini, non solo per quanto riguarda chi eleggere, ma anche per quanto riguarda la selezione della classe dirigente, quindi il fatto che a Firenze non si siano potute fare primarie né di coalizione né del Partito Democratico, secondo me è stata una perdita, in particolare in un momento in cui nel nostro Paese e nel resto d'Europa Comunque le forze di centrodestra, che non sono la mia parte politica, sono particolarmente forti.

 

IMPORTANZA DELLE PRIMARIE – “Attivare un processo di consultazione e partecipazione cittadina avrebbe potuto essere un momento di riattivazione cittadina, mentre selezionando una candidata tramite decisioni del partito e solo del partito che non coinvolgono la cittadinanza, secondo me pone il centrosinistra in una posizione di debolezza, tanto più quando la destra fa la mossa scaltra di affidarsi ad un civico (Schmidt, ndr), in cui la cittadinanza può riflettersi e si può rivedere, mentre non si rivede negli organi di partito e nelle scelte di partito.”

 

CECILIA DEL RE –Ho un apprezzamento personale per Cecilia Del Re. Per il suo percorso, gli importanti incarichi che ha ricoperto, in particolare per quello che riguarda le politiche di sviluppo economico della città, perché è stata assessora allo sviluppo economico, al PNRR, ai temi dell'ambiente e dell'urbanistica che sono i temi su cui si svolge la campagna fiorentina dal punto di vista delle competenze. Basti poi vedere quanto la persona è apprezzata e conosciuta all'interno della città, quanto le persone l'abbiano seguita nonostante l'uscita dal PD, quanto questa uscita sia stata determinata anche da una sua grandissima forza e popolarità che senz'altro la rendeva estremamente competitiva all'interno del Partito Democratico per una candidatura, per un'elezione primaria”

 

PLURALISMO –Credo che sia sempre importante. Io sono una persona che se ne è sempre fatta promotrice, è uno dei miei temi di studio, è uno dei temi su cui lavoriamo con l'associazione che ho cofondato. Pluralismo significa anche portare una diversità di vedute all'interno di un organismo come il Consiglio Comunale. Io sono convinta che il centro-sinistra sia l'ambito più politicamente auspicabile per la comunità cittadina di Firenze. Ciò detto, il centrosinistra non è soltanto il Partito Democratico. Portare in Consiglio Comunale una differenza di vedute per quanto riguarda le forze progressiste e riformiste non è altro che una ricchezza”

SCHMIDT –Coloro che dicono che se non si vota PD vincerà il centrodestra credo che non abbiano contezza del fatto che il nostro sistema elettorale, che in tanti casi è orribile, per il Consiglio Comunale ha un senso. Noi avremo un primo turno in cui andiamo ad eleggere il Consiglio Comunale e in cui avremo l'opportunità di diversificare i consiglieri. Negli ultimi mandati il Consiglio Comunale di Firenze è stato monocolore, per cui il dibattito, l'articolazione dei temi, il confrontare proposte diverse avviene all'interno della stessa forza politica. Invece portare una varietà, una nuova forza politica, comporre una maggioranza diversa che può dibattere, ci rende possibile il riflettere gli interessi degli stessi cittadini. E così magari i cittadini che hanno opinioni diverse da quelle dell'amministrazione uscente invece che andare a votare per una persona come Schmidt, che non ha esperienza di amministrazione cittadina ma soprattutto non ha esperienza di composizione di forze politiche, ne trarrebbero un grandissimo vantaggio

I RISCHI DI EIKE –Quando hai a che fare con consiglieri comunali di forze politiche molto forti e tu non sai controllare i gruppi politici, le forze politiche, i partiti, come avvenne a Roma per Marino, può essere un disastro. Può accadere che il prossimo sindaco non abbia nessuna autorità sulle forze politiche come Fratelli d'Italia e Lega che lo sostengono. E di questo l'elettore si deve rendere conto. Se riusciremo a far passare questo messaggio dipenderà anche da voi, inteso come organi di stampa. Ci deve essere un'alleanza fra chi vuole proporre nuovi metodi, nuovi temi alla politica e chi di politica vuole parlare."

 

TEMI –L'Italia è uno dei pochi paesi al mondo dove, per quanto riguarda la politica, si parla soltanto degli interessi dei partiti, nonché delle vicende familiari degli uomini e delle donne dei partiti. Bisogna tornare a dar spazio ai temi e ai processi democratici. Noi dobbiamo spiegare all’elettorato che cosa si va a fare il 9 giugno. Al fatto che si vota in due turni, nel primo turno si eleggono i consiglieri comunali, e sarà determinante in questo caso il secondo per il sindaco, dando spazio ai processi piuttosto che a dare spazio alle frizioni fra Nardella e Renzi, per esempio. Quindi questo qui è proprio un mio appello a concentrarsi sui programmi e sulle persone dal punto di vista dei contenuti che le persone portano.

 

L’AMBIENTE –Il livello cittadino su un tema come questo è fondamentale. Quello che noi andiamo a fare a livello cittadino come lo scudo verde, gli incentivi al cambio auto, la fruibilità della mobilità alternativa, mobilità condivisa… sono cose che danno al cittadino la realtà della fattibilità della transizione ecologica. Se le misure che il comune va adottare per adattarsi alla transizione ecologica diventano un peso insormontabile per il cittadino, un costo ed un'imposizione, noi andremo a inimicare la transizione al cittadino, che ve la vedrà come una cosa difficile da attuare. La responsabilità dell’attore locale nel processo di costruzione del supporto per la transizione ecologica e del rispetto dell’ambiente è un dato fondamentale e l'Unione Europea se ne è resa conto."

 

OBIETTIVI – “Firenze è stata inserita fra le cento città che devono arrivare alle zero emissioni entro il 2030 e che potranno beneficiare di aiuti speciali a tal fine da parte dell'Unione Europea. È chiaro che si debba ripartire dalle zone più popolose e che producono più emissioni. E da lì dobbiamo tornare ad ottenere il sostegno dei cittadini su queste tematiche. Quindi la politica ambientale a poco a che vedere, con il massimo rispetto, con il solo piantare nuovi alberi nel centro cittadino o fare gestioni avveniristiche dei giardini e dei parchi. Quel che è importante è fare passi concreti verso la transizione energetica e verso la mobilità sostenibile e dare contezza ai cittadini dell’importanza di queste tematiche”