Michela Monaco è candidata nella lista civica per il consiglio comunale che sostiene Sara Funaro sindaca. L’abbiamo contattata per un’intervista, per capire che idee ha sulla Firenze del futuro.
Accessibile, inclusiva e giusta. È così la Firenze che immagina?
“Sì, la Firenze del futuro me la immagino accessibile, inclusiva e giusta. La vorrei accessibile perché ne trarrei beneficio in quanto persona con disabilità motoria, ma vorrei rimarcare che dall’accessibilità non ne gioverebbero solo le persone disabili ma anche un genitore che spinge un passeggino o un anziano che ha difficoltà motorie, per esempio. Non dimentichiamoci che nella popolazione italiana sta salendo l’età media, quindi penso che ne gioverebbero tutti. Banalmente anche chi si rompe un piede, un dito o chi si storce una caviglia, quindi è una tematica trasversale, che riguarda tutti. Una città più accessibile è una città più inclusiva, si pensi a tutte le volte che qualcuno non può giovare di un servizio o di un luogo perché non è accessibile. Una maggior accessibilità gioverebbe a tutti anche in termini di qualità della vita, perché ovviamente potrebbero essere più partecipi attivamente alla vita sociale, alla socialità. Banalmente, anche una persona che non può entrare in un bar (parlo anche per esperienza personale). Io sono in politica da quando ho iniziato ad avere difficoltà motorie, da quando mi sono accorta che questa non è una società equa e non dà a tutti le stesse opportunità. Penso che anche gli ambienti possano influenzare la nostra società. Se una persona non può entrare in un posto come possiamo parlare di tutti i diritti? Diritto del lavoro, diritto ad avere una famiglia, diritto ad avere una vita sociale… non solo diritti in senso stretto ma anche in senso lato. Se parliamo di diritto in senso stretto parliamo del diritto alla salute, perché se io non posso entrare in un posto, se le persone hanno difficoltà a girare liberamente per la città, non sono neanche tutelate dal punto di vista della salute, perché potrebbero avere incidenti e farsi male. Firenze, che è una città così sensibile a tutte le tematiche sociali, potrebbe essere un esempio per le città italiane, visto che la legge contro le barriere architettoniche non viene aggiornata da più di 30 anni (dal 1989). Se Firenze farà questo passo in avanti, riuscendo a diventare la città più accessibile di Italia, diventerebbe anche una città più giusta”.
A distanza di alcuni giorni, cosa direbbe al generale Vannacci a proposito delle sue idee sulle classi separate?
“Al generale Vannacci vorrei dire che se i bambini sono abituati fin da piccoli a vedere la diversità è ovvio che sviluppino una certa empatia verso le persone che sono considerate “diverse”. Quindi io penso che non ci sia cosa migliore di avere classi inclusive, dove bambini con disabilità e senza disabilità convivono. Nonostante ci sia una legge che permette tutto questo, vorrei dire che a volte si vedono ancora episodi di discriminazione, di bambini che vengono bullizzati, purtroppo si leggono sui giornali questi episodi. Quindi secondo me separare le classi non contribuirebbe a niente, se non a peggiorare ancora di più la situazione. Tuttavia, non sono così stupita dalle parole che ha detto Vannacci, nonostante abbiano suscitato l’indignazione di tutta Italia. Mi spiego: io ho fatto parte di quel partito per cui Vannacci è candidato alle Europee, quel partito che mi ha espulso senza alcuna motivazione, quel partito che ha la ministra delle disabilità nella quale io facevo molto affidamento, che mi ha deluso e illuso. Episodio lampante è stato il fatto che io le portai la mia tesi sulle barriere architettoniche chiedendole di modificare la legge, di modificare quella legge del 1989 e lei mi ha risposto che non si poteva fare perché anche i sindaci di destra si sarebbero opposti. Che risposta è? Se neanche la ministra della disabilità è sensibile alla tematica della disabilità e alle necessità delle persone disabili, vorrei capire come potrebbe esserlo un altro esponente di quel partito… che è incommentabile e ha detto delle cose impensabili, quindi tutto questo non mi stupisce perché so bene da quale partito provengono, cioè il partito da cui sono stata espulsa e provengo, ma questo è stato un mio errore”.
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)
Attiva i cookies
Attiva i cookies