Il racconto dell’ex sindaco Leonardo Domenici

Il primo agosto 2002 venne creata la Fiorentina 1926 Florentina, la società che avrebbe preso il posto della Fiorentina: la squadra viola infatti si avviava verso il naufragio definitivo che l’avrebbe portata, di lì a poco, al fallimento.

Di quei giorni difficili ha parlato a Radio Bruno l’ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici, che fino all’ultimo cercò di trovare una soluzione alle immense difficoltà che la Fiorentina stava affrontando.

“Furono giorni drammatici” ha raccontato Domenici “sia sportivamente che non, perché il legame tra Firenze e la Fiorentina è chiaro anche a chi magari non si interessa molto di calcio”.
L’ex sindaco ha raccontato di essersi attivato in prima persona per cercare di trovare una soluzione e di aver parlato subito con i vertici FIGC, che gli ribadirono che nel giro di pochi giorni (una settimana da quella telefonata) doveva essere trovato un acquirente.
Fu grazie anche all’interessamento di un navigato uomo di calcio come Massimo Moratti, ha raccontato Domenici, che fu individuato Della Valle, che in passato aveva seduto nel consiglio d’amministrazione dell’Inter.

“Non lo conoscevo personalmente” ha raccontato Domenici “ma quando ho saputo che mi aveva cercato ci siamo messi in contatto e, assieme a due legali fiorentini, l’ho raggiunto a Cannes, dove abbiamo siglato un preaccordo”: l’alternativa, ha raccontato l’ex sindaco, era Preziosi, “ma non mi convinceva molto, forse perché aveva avuto esperienze in altre squadre”.

Quando poi il preaccordo fu siglato Domenici chiamò Preziosi per informarlo che era stata fatta un’altra scelta: furono “due minuti interminabili” durante i quali Preziosi sfogò tutta la propria delusione, per così dire.

Della Valle avrebbe quindi acquistato la società che Domenici, assieme all’attuale Presidente di Regione Eugenio Giani, aveva costituito, e successivamente ricomprò i trofei e, infine, il nome (pagato sette milioni e mezzo di euro).
Infatti, se quella che di lì a poco sarebbe diventata la Florentia Viola si fosse fin da subito posta in continuità con l’ormai scomparsa Fiorentina, avrebbe dovuto corrispondere tutti gli stipendi non pagati: per esempio Mijatovic chiese gli arretrati ma non li ottenne proprio perché le due società non erano in continuità l’una con l’altra.

Domenici è ricordato come il sindaco che ha evitato che la Fiorentina affondasse nel calcio dilettantistico e l’ha, in sostanza, fatta rinascere dalle ceneri del fallimento, ottenendo dai vertici federali il compromesso di ripartire dalla C2: un vero e proprio successo che gli è valsa la menzione, nel libro di Sandro Picchi, tra i presidenti della Fiorentina.
“Per me è importantissimo, è motivo d’orgoglio, perché io sono tifoso viola da quando ero piccolo, mi ricordo ancora la prima partita che vidi allo stadio assieme a mio babbo, un 2-0 sul Torino”.

In ultima battuta, interpellato sull’attuale proprietà Domenici non si è sbilanciato, e ha detto “all’inizio ero molto contento, ora mi aspetto risposte importanti dalla società”.
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)

Attiva i cookies