Per il politico quest'ultimi “non si devono far condizionare quando si mettono la fascia“. E dà un voto al mandato di Nardella

Ultimo appuntamento con il candidato alle Europee per la circoscrizione centro Sergio Pirozzi. In quest'ultima intervista gli abbiamo chiesto un punto sui candidati sindaci a Firenze, facendolo diventare anche professore che doveva dare un voto al mandato di Nardella.

Un consiglio che darebbe ai candidati sindaci di Firenze?

"Non ne hanno bisogno. Guai se Sergio Pirozzi, sindaco di un piccolo borgo debba dare dei consigli agli aspiranti sindaci. Io penso che quando fai il sindaco puoi far bene se ami la città, cioè se ti senti parte integrante di quella comunità. I sindaci se non hanno una storia su quel territorio magari possono pure vincere, però secondo me non hanno quella carica e quell'approccio emotivo che spesso può fare la differenza. Un sindaco non si dovrà mai far condizionare quando si metterà la fascia".

Facciamo un giochino. E' stato eletto sindaco di Firenze. Qual è la prima cosa che chiederà?

"La totale assenza di conflitti d'interessi".

A chi si rivolgerebbe e cosa direbbe ai suoi potenziali elettori?

"Io cerco di rivolgermi a quel mondo non strumentalizzato, dove quest'ultimo può valutare le storie delle donne e degli uomini in base a quello che hanno fatto nella loro vita. Noi siamo quello che facciamo e non quello che diciamo. Le persone dovrebbero giudicare i politici al di là dell'appartenenza e su quello che hanno promesso in campagna elettorale". 

Che voto darebbe al mandato di Nardella?

"Lui ha rappresentato la città e quindi ha rappresentato tutti. E' stato vicino a questa terra rappresentando il mondo suo e il mondo non suo. Io gli dico grazie come uomo che ha rappresentato un'intera comunità. A Nardella dico 'visto che prenderai tanti voti alla europee, lasciamene almeno 105 in Toscana'".

 

 

 

 

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